San Francesco d’Assisi, nato ad Assisi tra il dicembre 1181 e il settembre 1182, è uno dei santi più amati al mondo. La sua vita è un puro esempio di umiltà e di amore verso il prossimo. San Francesco è conosciuto oltre che per la sua storia religiosa ma anche per le due doti da poeta.
Ancora oggi nelle scuole si studiano le suo opere, una tra tutte il meraviglioso Cantico delle Creature. Giotto gli ha dedicato un ciclo di 28 affreschi che raccontano le “Storie di San Francesco”. La tradizione, inoltre, gli attribuisce la creazione della sacra rappresentazione del presepe.
La vita del santo è una grande fonte di ispirazione per tutti noi. Scopriamo assieme la storia e i miracoli del Patrono d’Italia.
Indice degli argomenti:
La vita di San Francesco d’Assisi: da nobile a esempio di umiltà
Francesco nasce ad Assisi tra il 1181 e il 1182, molti studiosi fanno ricadere la data esatta il 26 settembre 1182. I genitori, Pietro di Bernardone dei Moriconi e Pica Bourlemont erano due nobili e ricchi commercianti, e rappresentano un esempio dei cambiamenti in atto nella società medievale italiana dell’epoca.
Secondo una leggenda, Francesco viene concepito nel corso di un viaggio in Terra Santa. Viene battezzato dalla madre con il nome di Giovanni ma il suo nome verrà cambiato in Francesco dal padre, al rientro da un viaggio di affari in Francia.
Fin da bambino gli piace studiare, adora il latino e il volgare, la musica, la poesia e impara il francese e il provenzale dal padre. Nel corso dell’adolescenza lavora spesso dietro il bancone della bottega di famiglia.
Dopo un’infanzia agiata, Francesco nel 1202 partecipò assieme ad altri suoi compaesani allo scontro in armi con i perugini tenutosi a Collestrada. Qui ferito, fu catturato e condotto in catene a Perugia. L’esperienza d’arme tuttavia non scoraggiò il giovane Francesco. Dopo un anno di prigionia fu rilasciato e decise di diventare cavaliere. Diventato “miles” nel 1205 si unì al Conte Gentile e partì verso la Puglia, ma non raggiunse mai in armi la terra pugliese.
A Spoleto, mentre durante una sosta si riposava, udii una voce sussurrargli: “chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?”. La tradizione ci racconta che Francesco rispose: “Il Signore” e la voce replicò: “E allora perché abbandoni il Signore per il servo?”. Da qui ebbe inizio un graduale percorso di conversione che portò Francesco a tornare ad Assisi e a dedicarsi anima e corpo ai bisognosi.
Una volta tornato a casa scambia i suoi abiti con quelli di un mendicante romano, inizia a chiedere l’elemosina davanti alla Basilica di San Pietro, mentre sulla piana di fronte ad Assisi ebbe il famoso incontro con il lebbroso. I suoi amici non vedevano più in lui l’allegro compagno di scorribande di un tempo e lo abbandonarono. Anche il padre iniziò ad allontanarsi ritenendo ormai lontane le aspirazioni che riponeva nel figlio.
Ma Francesco non si ferma, abbandona Assisi e si reca a Gubbio, dopo aver rinunciato ai beni paterni sulla pubblica piazza il 12 aprile 1217.
Alle porte di Gubbio, Francesco affronta un lupo che terrorizzava gli abitanti della città. Riesce ad ammansire l’animale semplicemente parlando con lui: questo è quello che viene considerato il primo miracolo di San Francesco. Tra le splendide valli e boschi della sua terra natale, le gesta del futuro santo non tardarono ad essere notate. Si cuce da solo una camicia fatta di tela grezza che lega sulla vita con una cordicella a tre nodi, indossa i sandali e vive in assoluta povertà.
In breve tempo a lui si affiancarono i primi seguaci: Bernardo da Quintavalle, Pietro Cattani, poco dopo Egidio e Filippo Longo. Il 1210 è la data ufficiale della nascita dell’Ordine dei Frati Minori, quando Francesco e i compagni ricevettero dal Papa Innocenzo III l’approvazione della Regola Francescana. Iniziarono così i primi legami con Chiara d’Assisi e ben presto nacque l’Ordine delle Povere Dame di San Damiano, chiamate dopo la morte di Chiara “Clarisse”.
San Francesco: le azioni di un santo ecumenico
Nel 1220, dieci anni dopo la nascita dell’Ordine, Francesco diventò un protagonista del suo tempo ponendosi come ponte tra due religioni. All’epoca infatti, i rapporti tra mondo cristiano e musulmano erano particolarmente tesi ma Francesco non volle limitarsi a questa visione dualistica.
Inviò i suoi frati prima in Spagna, in quegli anni sotto il dominio dei Mori, dove il sultano condannò a morte i fraticelli per poi graziarli, e dopo in Marocco, dove invece furono giustiziati il 16 gennaio 1220. Francesco, saputa la triste fine dei suoi frati, decise di partire per un’impresa missionaria e si diresse in Marocco, ma una tempesta spinse la sua nave sulla costa dalmata.
Il secondo tentativo lo fece arrivare in Spagna, occupata dai musulmani ma, ammalatosi, dovette tornare indietro. La terza volta riuscì ad arrivare in Palestina, dove presentatosi al sultano Al-Malik Al Kamil dimostrò a tutto il mondo che un dialogo tra fedi diverse era possibile.
Nel dicembre del 1223 Francesco organizza la prima rappresentazione della Natività all’interno di una grotta nel bosco di Greccio, dando luogo al primo presepe della storia.
La regola dell’Ordine Francescano: Francesco detta a Frate Leone la nuova Regola
La nuova Regola, dettata da Francesco a frate Leone, fu accolta dal cardinale protettore dell’Ordine Ugolino de Conti, futuro papa Gregorio IX e da tutti i frati ed approvata il 29 novembre 1223 da papa Onorio III.
La nuova versione della Regola ribadiva i principi cardine dell’ordine francescano: la povertà, il lavoro manuale, la predicazione, le missioni tra gli infedeli, l’equilibrio tra azione e contemplazione.
Questa seconda stesura ci permette di intuire come un ripensamento davanti alle difficoltà di un progetto così grande. Francesco si accorse che i suoi seguaci stavano diventando persone colte, che in quel tempo significava essere stimati e ricevere doni materiali e ricchezze. Questo portò gli stessi seguaci, che a fatica riuscivano a rinunciare a questi piaceri, a chiedere più volte una limatura delle regole di vita dell’ordine. Infatti, in molti casi questi beni venivano accettati con la scusa di essere necessari per servire meglio il prossimo. Alla fine, nel 1221 Francesco dovette cedere alle richieste pretendendo però una fedeltà assoluta al nuovo testo che veniva accettato “senza commento”, ovvero senza alcuna interpretazione.
I segni della crocifissione sulla sua carne: le stimmate
Gli anni vissuti all’addiaccio e le continue fatiche a cui aveva sottoposto il proprio corpo cominciarono a provare il corpo di Francesco. Duramente provato nel fisico per malattie, fatiche, digiuni e continui spostamenti, nell’estate del 1224 Francesco si ritirò sul Monte della Verna nel Casentino per celebrare la Quaresima di San Michele Arcangelo.
La mattina del 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce vide scendere un Serafino con 6 ali di fiamma e di luce del cielo. La visione lasciò nel cuore di Francesco un ammirabile ardore e sulla sua carne i segni della crocifissione: per la prima volta nella storia della santità cattolica, si era verificato il miracolo delle stigmate.
Gli ultimi anni di vita di San Francesco
Le continue fatiche continuarono ad aggravare le drammatiche condizioni di salute di Francesco. Dopo le ultime prediche all’inizio del 1225, si rifugiò a San Damiano, nel piccolo convento annesso alla chiesetta da lui fatta restaurare anni prima e dove vivevano Chiara e le sue suore. Qui compose quello conosciuto come uno dei testi più belli della storia della letteratura: il Cantico delle Creature, un inno d’Amore per la Terra e per tutte le sue creature, un testo davvero splendido.
Nel 1226 con le condizioni di salute aggravatesi anche a causa dell’idropisia, Francesco chiese di essere portato all’amata Porziuncola, dove la sera del 3 ottobre 1226 morì, recitando il salmo 141 adagiato sulla nuda terra, all’età di circa 45 anni.
La salma, il giorno successivo, domenica, venne trasportata trionfalmente dalla Porziuncola in Assisi e tumulata nella Chiesa di San Giorgio.
Il 16 luglio del 1228, il cardinale Ugolino, divenuto Gregorio IX, arrivò ad Assisi per la solenne canonizzazione del Santo. Il giorno seguente, il 17 luglio venne posata la prima pietra della nuova chiesa in suo onore: la Basilica di San Francesco.
La devozione per il santo è molto forte tra i fedeli cattolici e in molte case è facile trovare statue sacre che lo rappresentano. È un modo per sentirlo vicino, per ricordare le sue gesta e prenderne esempio nei piccoli gesti della quotidianità.
Desideri avere anche tu una statua sacra di San Francesco? Visita il nostro negozio online.