Le figure che ruotano attorno al Natale sono tante, ciascuna riveste un ruolo chiave: Gesù è il vero protagonista, insieme a Giuseppe e Maria, l’arcangelo Gabriele, il bue e l’asinello, i Re Magi e la stella cometa. Oggi vogliamo soffermarci in particolare sui Re Magi, tre figure che affrontano una lunga strada guidati dalla stella cometa fino a giungere alla mangiatoia dove è nato Gesù per potere i loro doni.
Ma cosa sappiamo di loro? Nel Vangelo secondo Matteo, l’evangelista descrive i re magi come uomini sapienti, esperti di astrologia, capaci di saper leggere i segni del cielo. Attorno a loro vi sono però numerose leggende: alcuni li raffigurano come dei sapienti venuti da Babilonia, altri come re giunti dalle lontane terre d’Oriente, ma purtroppo non abbiamo certezze di chi veramente fossero, l’unica cosa che possiamo immaginare con certezza, vista la natura dei loro doni, è che fossero molto ricchi.
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Quanti erano realmente i re magi?
Siamo abituati a pensare che i Re Magi erano tre, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, benché nel vangelo secondo Matteo non si parli in modo esplicito del numero. È solo con successive scritture che iniziamo a pensare che i Re Magi erano tre. Una possibile riflessione sul numero può essere di natura simbolica: questo numero ricopre un significato ben preciso e ricorre frequentemente nelle Sacre Scritture in quanto strettamente connesso alla Santissima Trinità, tre sono le tentazioni che Gesù subisce da parte del diavolo nel deserto, tre sono anche i giorni che intercorrono tra la Morte e la Resurrezione di Gesù, tre sono i continenti conosciuti fino all’epoca medievale, le stesse che le tre figure vanno a rappresentare simbolicamente.
In pochi sanno che esistono delle teorie secondo cui i Re Magi erano quattro. Il quarto Re Magio era conosciuto con il nome di Artaban, proveniva dalla Persia e si mise in viaggio con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre dopo aver visto la stella cometa.
La storia del quarto re magio: Artaban
Sulla sua figura ci sono diverse rappresentazioni ma la storia più conosciuta legata al quarto re magio è quella di Henry Van Dyke, scrittore, poeta e insegnante statunitense, diplomato al Seminario Teologico di Princeton nel 1877. Secondo la sua versione, il re magio portò in dono a Gesù delle pietre preziose (uno zaffiro, un rubino e una perla), ma arrivò nel luogo in cui nacque in ritardo, dopo 33 anni, nei giorni della Sua Morte e Resurrezione. Secondo un’altra leggenda, il quarto Re Magio partì insieme agli altri tre e portò con sé delle perle da donare a Gesù. Lungo il suo percorso però, regalò le perle a tutti i bisognosi che incontrò per strada e non se la sentì di recarsi da Gesù Bambino senza doni così decise di fermarsi e non proseguire. Quella notte stessa, però, gli apparse in sogno proprio Gesù per ringraziarlo del suo dono.
Cosa ci insegna la storia del quarto re magio?
Il significato che dobbiamo cogliere dietro questi racconti è molto semplice quanto importante. La prima storia ci insegna a non arrenderci nonostante le difficoltà, proprio come Artaban che continuò a cercare Gesù per 33 anni e che alla fine riuscì a raggiungerlo nel momento più importante della Sua Vita, la Resurrezione. La seconda storia ci insegna invece che la generosità è un valore importante e dedicare sé stessi al prossimo è come dedicare la propria vita a Gesù.
Artaban è quindi portatore di due valori importantissimi e dovrebbe essere un esempio per tutti noi.
Cosa portano in dono i Re Magi e il loro significato
I doni dei Re Magi hanno un significato molto profondo e racchiudono il mistero della duplice natura di Gesù: uomo e Dio. Melchiorre, il più anziano dei tre, portò in dono l’oro, Gaspare, il più giovane, l’incenso e Baldassarre, il Re Magio dalla pelle scura, la mirra. Ma cosa significano?
- L’oro simboleggia la regalità di Gesù, che era considerato Re dei Re, ma non solo, l’oro simboleggia anche la fede.
- L’incenso, una resina ricavata dalla corteccia di alcune piante della penisola arabica e dell’Africa nordorientale, veniva usata in quel periodo per omaggiare gli dei, viene quindi donato a Gesù per riconoscere la sua natura divina.
- La mirra, una resina estratta dal tronco di alberi che si trovano in Somalia ed Etiopia, simboleggia la natura umana di Gesù, ma in un certo senso anche la sua eternità, la mirra verrà infatti cosparsa nel corpo di Gesù Cristo nella croce, legando il significato di questa sostanza anche alla Resurrezione.
Dai re magi impariamo a ricevere Gesù nel modo giusto, senza timore e pregiudizi.