La Liturgia delle ore è la raccolta dei momenti in cui sacerdoti, diaconi e religiosi sono chiamati a fermarsi dalle attività quotidiane per raccogliersi in preghiera. La giornata è scandita da tanti momenti in cui possiamo rivolgerci al Signore, a Maria e a tutti i Santi. I Vespri e le Lodi Mattutine racchiudono quelli che sono i momenti principali e che, insieme a tanti altri, ci permettono di individuare durante il giorno l’occasione giusta per parlare con Dio.

Con i ritmi a cui siamo abituati oggi e lo stile di vita frenetico, può risultare davvero complesso riuscire a rispettare alla perfezione la Liturgia delle ore. Però può essere d’aiuto per sentirsi in dovere a fermarsi per meditare, pregare e confidare i propri pensieri a Dio. Una pausa dalla frenesia per aprire gli occhi su ciò che conta davvero nella nostra vita.

Oggi vogliamo parlarti di uno dei momenti essenziali che vanno a comporre la Liturgia delle ore: i vespri. Quali sono, come individuarli e cosa rappresentano per il cattolico? Continua a leggere!

Cosa sono i vespri?

I vespri rappresentano una delle maggiori ore canoniche e raccolgono le preghiere del tramonto. In base alle tradizioni liturgiche, i vespri possono essere divisi in tante parti, ad eccezione della salmodia, ovvero il canto dei salmi, che è uguale in tutte le chiese.

Lodi E Vespri
Lodi E Vespri

I vespri in origine

L’origine dei vespri risale a prima del VI secolo. Prima della scrittura della Regola di San Benedetto, considerata una sorta di codifica dell’ufficio dei vespri, si aveva un ufficio serale che corrispondeva ai vespri e alla compieta. Il nome non era fisso ma cambiava. San Benedetto iniziò a chiamarlo con il nome si Vespera, ma si trovava anche Vespertina solemnitas o Vespertina synaxis.

A quei tempi il nome più diffuso era Lucernalis o Lucernaria hora. Questo nome deriva dal fatto che si accendevano le candele durante le preghiere, in parte per ragioni di tipo funzionale e in parte per questioni legate al simbolismo.

A testimonianza di quello che accadeva in origine, abbiamo un testo latino risalente al IV secolo e chiamato Peregrinatio, che racconta gli usi liturgici della Chiesa di Gerusalemme. In questo testo troviamo scritto che i vespri avevano luogo all’ora decima, ovvero alle 16, e veniva celebrato all’interno della chiesa del sepolcro. Per l’occasione si accendevano le luci del santuario e venivano cantati i salmi lucernali. Al termine dei canti si recitavano le preghiere, le litanie e le benedizioni.

Il rito del Lucernarium è presente anche in altri testi del IV secolo scritta da Sant’Agostino, Sant’Ambrogio, San Basilio Magno e molti altri. Negli anni a seguire, nei diversi concili in Galia e in Spagna, così come nei testi dei monasteri, continua il ricordo di questa tradizione. Ancora oggi i vespri nel rito ambrosiano (seguito in una buona parte delle parrocchie dell’arcidiocesi di Milano, di Lugano e in alcune diocesi di Novara e Bergamo) hanno inizio con l’accensione dei lumi durante il canto responsoriale chiamato Lucernarium.

Prima del IV secolo possiamo trovare facilmente allusioni alla preghiera serale anche da parte degli antichi Padri della Chiesa, da papa Clemente I a Sant’Ignazio d’Antiochia, da Clemente Alessandrino a Tertulliano e molti altri.

Plinio il giovane ad esempio, nella famosa lettera scritta agli inizi del II secolo, racconta di incontri liturgici dei cristiani al mattino e alla sera “coetus antelucani et vespertini“. Possiamo senza dubbio considerare i vespri e le Vigilie come il più antico ufficio liturgico conosciuto della Chiesa.

E dopo il VI secolo?

I vespri dopo il VI secolo

Dopo il VI secolo l’ufficio dei vespri aveva già una struttura consolidata e continuò a mantenerla nel corso del medioevo fino ad arrivare ai giorni nostri. Tra le diverse testimonianze, possiamo ricordare un documento dell’epoca, la Regola di San Benedetto – XVII, che racconta l’ufficio benedettino dell’ora della sera e lo descrive in questo ordine: quattro salmi, un capitulum, un responsorio, un inno, un versiculum, un cantico del vangelo, la litania, il Kyrie eleison, il Pater, l’oratio ovvero la preghiera finale e il congedo.

L’esecuzione della preghiera variava tra la decima ora, le 16, e la dodicesima ora, ovvero le 18. Questa preghiera coincideva dunque con l’ora del tramonto e veniva celebrata prima che la luce calasse e senza la necessità di utilizzare candele o torce. Come abbia detto, in origine prima dell’introduzione dell’ufficio di compieta a carattere notturno, i vespri venivano celebrati dopo il tramonto e per questo erano necessarie le fonti luminose.

Pregare Con I Salmi
Pregare Con I Salmi

Come si recitano i vespri?

Nel corso del tempo il rito romano e quello ambrosiano si sono notevolmente differenziati nella celebrazione della Liturgia delle Ore. Vediamo insieme come si recitano in entrambi i riti.

Nel Rito romano possiamo trovare molte preghiere ed elementi in comune nel susseguirsi delle ore.

Sia con l’Ufficio delle Letture che con le Lodi Mattutine, si recita un salmo invitatorio con la sua antifona che viene ripetuta a ogni strofa. Nel corso della giornata, ogni ora si apre con il versetto “O Dio, vieni a salvarmi” – “Signore, vieni presto in mio aiuto” dal salmo 69, seguito dal Gloria. Successivamente viene recitato un inno e due salmi, ciascuno preceduto da un’antifona propria del tempo. Segue la lettura del Cantico, anch’esso preceduto e succeduto da due antifone. Successivamente viene intonata una lettura biblica breve o lunga con il suo responsorio.

Le Lodi e i Vespri prevedono anche un cantico tratto dal Vangelo: il Benedictus o Cantico di Zaccaria nelle Lodi; il Magnificat o Cantico della Beata Vergine Maria nei Vespri, introdotti e seguiti dalle antifone. Dopo le Lodi vengono pronunciate le Invocazioni, dopo i Vespri con le Intercessioni, seguite da un Padre Nostro.

Un’orazione finale conclude ogni Ora, seguita da una benedizione se celebra un consacrato.

Nel rito romano non troviamo il rito della luce, non esiste la Sallenda e non è presente il ricordo del Battesimo.

Nel rito ambrosiano troviamo invece una suddivisione diversificata e con numerose eccezioni e celebrazioni durante le festività religiose (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua). La Liturgia delle Ore ha inizio con il verso “O Dio, vieni a salvarmi” – “Signore, vieni presto in mio aiuto”, seguito dal Gloria, un inno e il Cantico dei tre giovani dal Libro di Daniele. A seguire viene intonata una Salmodia composta da tre salmi dal lunedì al venerdì, da un cantico e due salmi il sabato e da tre cantici la domenica.

La liturgia prosegue con due letture, una biblica e una patristica o agiografica e si conclude con l’orazione del giorno e con l’acclamazione: “Benediciamo il Signore” – “Rendiamo grazie a Dio”, eccetto nel caso in cui a seguire ci siano subito le Lodi.

Anche le Lodi mattutine, se non vengano recitate subito dopo l’Ufficio delle Letture, si aprono col versetto introduttivo, sono seguite dall’antifona e dal Benedictus, seguito dunque dalla prima orazione. Successivamente la Salmodia, composta da un cantico dall’Antico Testamento con la rispettiva antifona, due salmi di lode con antifona e un salmo mattutino recitato in piedi. Prima della chiusura abbiamo la seconda orazione e un inno, seguito delle Lodi con la recita delle Acclamazioni a Cristo Signore, seguite dal Padre Nostro.

Nell’Ora media, ovvero la terza, la sesta e la nona, si inizia con il solito versetto seguito da un inno in base all’ora della preghiera e da una salmodia formata da tre salmi o parti di salmi. Successivamente si passa a una Lettura breve e un Responsorio breve. Dopo la celebrazione dell’Ora si conclude con un’Orazione e un’Acclamazione.

Nel rito ambrosiano i Vespri si aprono con il Lucernario “Il Signore sia con voi”- “E con il tuo Spirito” nelle celebrazioni comuni, che può essere sostituito da “Signore ascolta la nostra preghiera”- “E il nostro grido giunga fino a te” nelle celebrazioni private.

Dopo l’apertura si recita l’inno, accompagnato da un episodio della vita del santo del giorno, dalla salmodia con due salmi o parti di salmi con antifona per la domenica, dalle ferie e dalle memorie, da un salmo seguito dai salmi 133 e 116 nelle solennità e nelle feste, insieme alla dossologia finale (Gloria al Padre).

La prima orazione è seguita dal Cantico del Magnificat, tranne il venerdì di Quaresima e nella Settimana Santa. Si prosegue con la seconda orazione seguita dalla Commemorazione del Battesimo. Durante le feste dedicate ai santi, si recita anche una sallenda in onore del santo. L’Ora si conclude con le intercessioni, il Padre Nostro e la formula di congedo.

Infine, la Compieta. Il versetto introduttivo è preceduto da “Convertici, Dio, nostra salvezza” – “E placa il tuo sdegno verso di noi” ed è seguito dall’inno e la salmodia, dalla Lettura breve e dal Responsorio. Si intona il Cantico evangelico Nunc Dimittis con la sua antifona, seguita da un’orazione e delle Antifone alla Beata Vergine Maria. Per concludere è previsto l’esame di coscienza. In caso di celebrazione comunitaria, il celebrante conclude con: “Dormiamo in pace” – “Vigiliamo in Cristo”.

La Liturgia delle ore è un’occasione di contatto con Dio che tutti i fedeli dovrebbero osservare. Sei alla ricerca di un libretto di preghiere per guidare il tuo dialogo con Gesù, Maria e i Santi. Sul nostro sito puoi trovare tutto ciò di cui hai bisogno. Visita la pagina riservata ai testi per la liturgia!