Il martedì grasso è il giorno in cui si concludono ufficialmente i festeggiamenti del Carnevale e ci si prepara a vivere il periodo della Quaresima. Si tratta di un giorno di grande festa, celebrato con sfilate, maschere, carri allegorici e costumi con tradizioni diverse in ogni città italiana.
Questa giornata ha un significato anche religioso che, come accade per molte feste, si è perduto nel tempo ed è stato sopraffatto dalla visione più consumistica. In origine non è sempre stato così anche se il martedì grasso è sempre stata caratterizzata da una dimensione gioiosa e di festa, anche nella sua veste religiosa.
Scopriamo insieme le origini e il significato del martedì grasso.
Le origini del martedì grasso
Come abbiamo anticipato, il martedì grasso è sempre stato considerato l’ultimo giorno in cui poter consumare cibi grassi e saporiti. Un’occasione per svuotare la dispensa e non cadere in tentazione durante il periodo della Quaresima, che ha inizio il giorno seguente, il mercoledì delle ceneri.
Il martedì grasso è una tappa importante di questo periodo poiché il fedele si prepara a vivere il periodo di penitenza, caratterizzato da digiuno o dalla rinuncia di alcuni alimenti, come ad esempio la carne.
Se si osserva il termine Carnevale, e la sua origine latina carnem levare, ovvero eliminare la carne, ci possiamo rendere conto di quanta importanza avevano questi giorni in passato. Il digiuno è stata una pratica comune tra i fedeli in passato e ha sempre avuto lo scopo di aiutare ad affrontare con maggiore forza e passione i riti religiosi.
Le origini del martedì grasso sono molto antiche e nel tempo si sono sviluppate alcune differenze tra le regioni in Italia. Ad esempio, Milano segue il rito ambrosiano che prevede una durata leggermente superiore del Carnevale perché, secondo questo calendario, la Quaresima inizia la domenica successiva al mercoledì delle ceneri. Secondo la leggenda, Sant’Ambrogio si trovava in viaggio lontano dalla città in quel periodo e per paura di non riuscire a far rientro in tempo per la liturgia del mercoledì delle ceneri, decise di posticipare la celebrazione.
In provincia di Parma, a Fontevivo, il mercoledì delle ceneri si festeggia il marcordì sguròt (sguròt è un termine che deriva dal dialetto e significa “pulire”). Durante il regno di Matia Luigia, il sovrano era solito festeggiare il martedì grasso nel Collegio dei Nobili, in una piccola località della provincia. Durante la festa si consumavano cibi buoni e prelibati in grandi quantità, tanto che in genere il giorno seguente restavano così tanti avanzi che era davvero un peccato buttare via tutto. Fu così che la Granduchessa ottenne dall’autorità religiosa un posticipo per l’inizio della Quaresima. Il giorno seguente al martedì grasso, i nobili donavano i propri abiti al popolo e tutte le pietanze che non erano state consumate, incluse le pentole usate per cucinare. Ancora oggi, a Fontevivo la Quaresima inizia un giorno dopo, e il mercoledì delle ceneri era usato dal popolo per ripulire quello che gli era stato donato dalla nobiltà.
Come si celebra il martedì grasso nel mondo
Questa festa viene celebrata in tutta Europa ma anche in alcuni paesi del mondo, seppur non sia così sentito il valore religioso del depurarsi così come in Italia.
In Germania ad esempio, la vera festa è il lunedì prima del mercoledì delle ceneri, chiamato Rosenmontag (lunedì delle rose) mentre in Svezia si chiama Semladag per via del Semla, ovvero il dolce tipico che viene preparato per questo giorno, ripieno di crema alle mandorle e panna.
In Francia il Mardi gras ha profondi legami con la festa medievale, la Fete des Fous (ovvero la Festa dei folli). In occasione di questa ricorrenza, tutti potevano vestirsi e comportarsi come volevano e al termine della festa veniva eletto il Papa dei folli. Victor Hugo ha citato questa festa nel romanzo Notre-Dame de Paris.
Ci spostiamo nel Regno Unito, qui il martedì grasso prende il nome di Shrove Tuesday, dal verbo to shrive “confessarsi, ottenere l’assoluzione”. Alcuni lo chiamano anche Pancake Day perché in questo giorno la tradizione vuole i pancake come alimento per eccellenza.
In Grecia invece, il Carnevale dura fino a 3 settimane ed è caratterizzato da balli in maschera e sfilate floreali, ispirate al carnevale di Venezia.
In Danimarca il carnevale si chiama Fastelavn, ovvero “sera di digiuno”, ed è considerata una festa dedicata ai più piccoli, con tanti giochi divertenti. L’antica tradizione vede l’elezione del re dei gatti: tra due pali viene appesa una piccola botte e dei ragazzi in costume e a cavallo cercano di colpirla con delle mazze. Chi riesce a romperla con un solo colpo vince il contenuto e il titolo di re dei gatti. Oggi al suo interno sono presenti tanti dolci e caramelle, ma un tempo conteneva un gatto vivo, il simbolo del male da scacciare.
Infine, in Brasile il carnevale è una festa che è stata importata dai portoghesi nel 1723, che veniva festeggiato con l’Entrudo. In un secondo momento sono state introdotte altre usanze più gradevoli, come ad esempio i limoes de cheiro, ovvero le ampolle di acqua profumata, e i meravigliosi costumi dei ballerini di samba che hanno reso celebre in tutto il mondo il carnevale brasiliano.