Sant’Ambrogio è stato un funzionario, teologo, vescovo e santo romano nonché una delle personalità più influenti e importanti del IV secolo. Il santo è riconosciuto e venerato in tutte le chiese cristiane, in particolare in quella cattolica che lo considera come uno dei quattro massimi dottori della chiesa d’Occidente.
Tutti lo conosciamo come il patrono della città di Milano, città di cui fu vescovo dal 374 fino alla sua morte. Le sue spoglie sono conservate nella basilica dedicata al santo e costruita nel centro della città.
Chi era Sant’Ambrogio e perché è diventato una figura così influente? Continua a leggere!
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Biografia di Sant’Ambrogio
Aurelio Ambrogio nacque ad Augusta Treverorum, oggi conosciuta con il nome di Treviri, in Germania. In questa città il padre ricopriva la carica di prefetto del pretorio delle Gallie, la madre invece proveniva dal ramo dei Simmaci e apparteneva al rango senatoriale della gens Aurelia.
La famiglia di Ambrogio era cristiana già da diverse generazioni e questo era motivo di orgoglio per il santo. Il suo destino era quello di intraprendere la carriera amministrativa seguendo le orme del padre ma dopo la sua morte prematura, Ambrogio iniziò a frequentare le migliori scuole di Roma dove intraprese gli studi tradizionali del trivium e del quadrivium, imparando letteratura, retorica e diritto. Ben presto si appassionò alla vita pubblica dell’Urbe.
La nomina a vescovo di Milano
Ambrogio inizia la sua carriera come avvocato e dopo soli cinque anni, nel 370, diventò governatore dell’Italia Annonaria. La sua abilità a risolvere i conflitti in modo pacifico lo portò ad essere fortemente apprezzato da due fazioni molto lontane tra loro: cattolici e ariani.
Nel 374 morì il vescovo ariano Aussenzio di Milano e questo incise sul precario equilibrio tra le due fazioni. Secondo alcune fonti, sappiamo che Ambriogio era talmente preoccupato di calmare il popolo in rivolta che decise di andare in chiesa per risolvere il conflitto. Non appena varcò la soglia della chiesa pare si sentì la voce di un bambino urlare “Ambrogio vescovo!” e a seguire tutta la folla si unì a gran voce.
Ambrogio però rifiutò. Non voleva accettare l’incarico e fece di tutto per rifiutare, provò addirittura a macchiare la sua fama con decisioni contro il volere popolare, tentò la fuga, ma non c’era nulla da fare. Il popolo lo aveva scelto. Così dopo numerosi no, Ambrogio decise di accettare considerandolo il disegno della volontà di Dio, ricevette il battesimo e il 7 dicembre 374 venne ordinato vescovo di Milano.
Il rito ambrosiano
Tutti sappiamo che la chiesa in Italia si distingue per due riti in particolare: quello romano e quello ambrosiano. Infatti, l’operato di Sant’Ambrogio a Milano ha lasciato segni profondi nella diocesi della città.
Basti pensare che anche a distanza dalla sua morte, papa Gregorio Magno nel 600 si riferì al neoeletto vescovo di Milano, Deodato, non come a un successore ma come al “vicario” di sant’Ambrogio. Nell’881 invece papa Giovanni VIII parlò per la prima volta di diocesi “ambrosiana”, termine che ancora oggi usiamo per identificare la Chiesa di Milano.
L’eredità di Ambrogio si può delineare a partire dalla sua attività pastorale. La predicazione della Parola di Dio unita alla dottrina della chiesa cattolica, l’attenzione che poneva sui problemi della giustizia sociale, l’accoglienza delle persone provenienti da popoli lontani, la denuncia degli errori nella vita civile e politica sono tutti aspetti che hanno caratterizzato l’operato di Sant’Ambrogio.
Lasciò un segno profondo in particolare sulla liturgia. Ad esempio, introdusse nella chiesa occidentale molti elementi ispirati alle liturgie orientali, come canti e inni. Le riforme liturgiche introdotte da Ambrogio furono mantenute nella diocesi di Milano anche dai successori e costituirono il nucleo del rito ambrosiano, sopravvissuto anche all’uniformazione dei riti e alla costituzione dell’unico rito romano su volere di papa Gregorio I e del Concilio di Trento.
A lui è ispirato anche il premio Ambrogino d’oro, un nome non ufficiale con cui sono comunemente chiamate le onorificenze conferite dal comune di Milano.
Le leggende su Sant’Ambrogio
Su Sant’Ambrogio esistono tante leggende legate ai miracoli che l’hanno visto protagonista. Vogliamo raccontartene alcune di cui forse non hai mai sentito parlare.
La prima è avvenuta quando Ambrogio era piccolo e dormiva nella sua culla posta temporaneamente nell’atrio del Pretorio. Ad un certo punto uno sciame di api si posò improvvisamente sulla sua bocca, dalla quale entravano e uscivano liberamente. Poco dopo lo sciame si levò in volo salendo in alto e se ne andò in pochi astanti. Il padre assistette impressionato alla scena ed esclamò:”Se questo mio figlio vivrà, diverrà sicuramente un grand’uomo!”.
La seconda vede protagonista un Ambrogio più grande. Passeggiava per Milano e lungo il suo cammino incontrò un fabbro che non riusciva a piegare il morso di un cavallo. In quel morso Ambrogio riconobbe uno dei chiodi con cui venne crocifisso Cristo. Da quel momento,dopo una serie di trasferimenti, uno dei Chiodi della Crocifissione è appeso ancora oggi nel Duomo di Milano sopra l’altare maggiore.
Davanti alla basilica di Sant’Ambrogio è presente una piazza e al suo interno troviamo una colonna, comunemente chiamata “colonna del diavolo”. La colonna è di epoca romana e presenta due fori che secondo la leggenda rappresentano i segni della lotta tra Sant’Ambrogio e il diavolo di cui la colonna fu testimone. Il demonio, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì per conficcarle nella colonna e dopo aver tentato di divincolarsi, riuscì a liberarsi e a fuggire per la paura. Secondo la tradizione popolare i fori hanno odore di zolfo e appoggiando l’orecchio alla pietra si possono sentire i suoni dell’inferno. In realtà in passato questa colonna veniva utilizzata per l’incoronazione degli imperatori germanici.
Il 21 febbraio 1339 Ambrogio apparve a Parabiago, durante la celebre battaglia, a dorso di un cavallo e sguainando una spada mettendo paura alla Compagnia di San Giorgio capitanata da Lodrisio Visconti. Questo permise alle truppe milanesi del fratello Luchino e del nipote Azzone di vincere. Per ricordare questo evento venne edificata a Parabiago la Chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria mentre a Milano, su un portone bronzeo del Duomo, gli è stata dedicata una formella.
Quando si festeggia il santo?
Sant’Ambrogio è il patrono di Milano e si festeggia il 7 dicembre. In occasione della sua festa Milano entra nel vero clima natalizio chiamando a sé numerosi turisti. Nel centro città, in particolare attorno al Castello Sforzesco ha inizio la fiera degli Oh Bej! Oh Bej!, il tipico mercatino di Natale dei milanesi.
Si tratta di una grande festa che unisce la tradizione popolare con la religiosità dell’evento più atteso: la nascita di Gesù. Sembra quasi un modo per onorare le virtù del santo di conciliare popoli e provenienze diverse, lontane e talvolta contrastanti.
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