Il Cantico delle Creature, anche conosciuto come Cantico di Frate Sole, è un bellissimo cantico composto da San Francesco d’Assisi nel 1224. Si tratta di uno dei testi più antichi della letteratura italiana di cui conosciamo l’autore. Secondo la tradizione, la scrittura del testo sarebbe avvenuta due anni prima delle morte del santo, nel 1226. In realtà, uno studio più approfondito ci ha permesso di scoprire che la stesura è avvenuta in tre momenti diversi della vita del santo.

Il canto è una lode a Dio e alle meraviglie che ha creato, è un inno alle sue opere ma è anche una preghiera rivolta alla natura, perché nel creato si riflette l’immagine stessa del Creatore. Da questo deriva il legame di fratellanza tra l’uomo e ciò che Dio ha creato.

Scopriamo insieme il significato del testo di questa meravigliosa poesia.

Cosa significa il Cantico delle Creature?

Il Cantico delle Creature inizia così: “Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione.” Che parafrasato significa: “Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione.”

È solo l’inizio di uno dei testi più belli rivolti alla grandezza delle Creature del Signore, nonché uno dei testi più importanti della letteratura italiana. Originariamente il testo era accompagnato da una musica scritta dal santo ma che oggi è andata perduta.

Il testo ha un valore performativo 2, cioè quello di lodare Dio, come viene detto in modo esplicito nell’incipit dei vv. 1-2, citati poco fa. Come accade in ogni preghiera, abbiamo un destinatario del messaggio che è Dio ed è invocato costantemente con il vocativo “mi’ Signore”. Chi pronuncia il messaggio, non solo il singolo poeta ma anche la comunità dei fedeli, hanno la volontà di guadagnarsi la beatitudine eterna.

Il Cantico ha caratteristiche che appartengono alla tradizione della lauda e trova molti modelli di confronto nella poesia religiosa duecentesca. Per farti alcuni esempi, possiamo citare Gioacchino da Fiore, Jacopo da Varazze e Jacopone da Todi. Il testo ha un andamento semplice e comunicativo, in accordo con le finalità del Cantico. Questo permette al componimento di concentrarsi su alcuni accorgimenti retorici ben studiati che rendono possibile l’efficacia del messaggio di “lode” e la sua elaborazione letteraria.

È molto importante la scelta dei modelli da parte di Francesco. Il frate era consapevole della penetrazione dei Salmi nella cultura del suo tempo, soprattutto a livello popolare, e per questo ha scelto di ispirarsi al Salmo 148 per la celebrazione del mondo di Natura creato dal Signore. Lo fa componendo queste meravigliose parole:

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.
Lodatelo, sole e luna,
lodatelo, voi tutte, fulgide stelle.
Lodatelo, cieli dei cieli,
voi, acque al di sopra dei cieli.
[…] Lodate il Signore dalla terra,
mostri marini e voi tutti, abissi,
fuoco e grandine, neve e nebbia,
vento di bufera che esegue la sua parola,
monti e voi tutte, colline,
alberi da frutto e voi tutti, cedri,
voi, bestie e animali domestici,
rettili e uccelli alati. […]

La bellezza della Natura diventa per Francesco lo strumento per scrivere un inno di lode a Dio creatore, seguendo un procedimento che non si riferisce tanto a una riflessione filosofica quanto alla contemplazione estatica della realtà che circonda il fedele.

Nel testo si spiega anche l’abbondanza dell’aggettivazione, a gruppi di due, tre o addirittura, in alcuni casi, quattro termini. Ad esempio “bellu e radiante” nel v. 8, “clarite et preziose et belle” nel v. 11, “multo utile et humile et pretiosa et casta” nel v. 16. Questo modo di scrittura permettono al frate di esprimere il suo entusiasmo sincero. La vera protagonista del canto è la Natura vitale. Francesco passa infatti in rassegna i quattro elementi naturali: Aria, Acqua, Terra, Fuoco. Inoltre, si rivolge al Sole e alla Luna con gli appellativi di “frate” (v. 6) e “sora” (v. 10).

In questo testo viene messo in risalto il senso di fratellanza tra l’Uomo e il Creato, ovvero la natura, nel quale il Creatore (Dio) si riflette. Nel Cantico delle creature anche la Sorella Morte è amica dell’Uomo poiché gli permette di risorgere in Cristo. Possiamo leggere, o cantare, così:

“Laudato si’ mi’ signore per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare.
Guai acquelli ke morrano ne le peccata mortali,
beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda nol farrà male.”

È chiaro che solo i puri di spirito potranno ricevere questo grande dono. Oltre alla morte, ritroviamo molti altri elementi naturali che Francesco riconosce Fratelli e Sorelle discendenti tutti da Dio, dal Creatore. Di ogni elemento vengono messe in risalto le peculiarità più belle e utili all’uomo, che rappresentano le ragioni migliori i per lodare l’Altissimo che ha creato tutti gli elementi.

Chi ha scritto il Cantico delle Creature?

L’autore del Cantico delle Creature è San Francesco d’Assisi. Il santo è nato ad Assisi nel 1181 ed era figlio di Pietro Di Bernardone, un ricco mercante del luogo. Francesco ha trascorso una giovinezza facile, circondato dal lusso proprio grazie alla professione del padre. Fu solo in seguito alla prigionia di un anno, avvenuta durante una battaglia contro i Perugini, che Francesco attraversò una profonda mutazione spirituale. Durante questo lungo anno all’interno della sua cella si accorge che i beni del padre non lo faranno felice.

Fu così che, tra il 1202 e il 1206, rinuncia a tutti i beni in suo possesso per dedicarsi alla predicazione del Vangelo, vivendo proprio come Cristo in assoluta povertà. Inizia a circondarsi di molti seguaci fino a quando nel 1210 viene fondato il primo Ordine Francescano basato su alcuni principi fondamentali: la povertà e l’essenzialità di una vita monastica condotta tra la gente, con i poveri, ma soprattutto per i poveri.

Con qualche difficoltà, l’Ordine riceve l’approvazione della regola dal Pontefice Innocenzo III. All’epoca infatti la chiesa di Roma si trovava costretta a contrastare le frange eretiche simili al francescanesimo, mosse da uno spirito rivoluzionario contro una chiesa che a quel tempo era molto lontana dalla verità del Vangelo.

Francesco muore nel 1226 alla “Porziuncola”, una piccola chiesa divenuta la prima sede dell’Ordine.  Fu proclamato santo nel 1228 da papa Gregorio IX.

Cosa vuol dire Laudato?

Laudato significa lodare ed è il termine che compare più spesso all’interno del Cantico delle Creature. Lodiamo il Signore per le meraviglie che ha Creato per noi, che circondano la nostra vita in modo semplice e profondo: dal Sole alla Lune, dai piccoli animali ai ruscelli che danno vita alla terra, dal fuoco all’aria.

Il Cantico delle Creature è un testo senza età. Gli adulti si perdono tra le righe di queste frasi semplici e in grado di rappresentare la meraviglia della natura. I bambini, nelle versioni create apposta per loro, possono scoprire il grande Creato a cui Dio ha dato vita per noi.

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