San Paolo di Tarso può essere considerato a tutti gli effetti il primo missionario della chiesa cristiana. Il contributo che ha dato alla diffusione del messaggio evangelico non ha eguali. La sua storia è estremamente particolare, soprattutto quando si pensa alla sua conversione, da feroce persecutore di cristiani a pastore e difensore di fede.
La sua vita è una testimonianza della grandezza divina e del potere salvifico della Grazia di Dio. Scopriamo insieme la storia di un San Paolo di Tarso.
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Chi è Paolo: da peccatore fino alla conversione
Paolo di Tarso, nato come Saulo ma conosciuto come San Paolo, è stato uno scrittore e teologo cristiano. Nella comunità religiosa è riconosciuto come l’apostolo dei Gentili, il principale missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Secondo i testi sacri, Paolo nasce come ebreo ellenizzato e godeva della cittadinanza romana. Non ha mai conosciuto Gesù di persona, anche se le loro vite coincisero nella stessa epoca e nonostante Paolo arrivò a perseguitare direttamente la chiesa istituita da Gesù stesso.
Le fonti che riguardano la sua vita non sono molto chiare. Sappiamo che ha ricevuto una solida formazione greco-ellenista nella natale Tarso, un importante centro culturale, e dopo la prima giovinezza ha proseguito il suo percorso a Gerusalemme.
Nelle scritture non si parla tanto della vita di San Paolo se non in relazione alla sua fede e a ciò che è accaduto in seguito alla sua conversione. Sappiamo infatti che Paolo era laico e non apparteneva a nessuna classe sacerdotale. Lui stesso si definisce “fariseo quanto alla legge“, ovvero facente parte di un movimento che era stato creato pochi secoli prima dell’era cristiana e che nel I secolo si contrapponeva al movimento aristocratico-sacerdotale dei sadducei su diversi aspetti dottrinali. Ad esempio, i farisei accettavano l’immortalità dell’anima, l’esistenza degli angeli e interpretavano le scritture con meno rigore e rigidità. Solitamente si formavano all’interno di scuole legate alle sinagoghe, luoghi di culto estremamente diffusi nelle comunità giudaiche e gestiti dagli stessi farisei.
Non sappiamo a quale classe socio-economica appartenesse con certezza. In alcuni testi leggiamo che era un costruttore di tende, attività che potrebbe aver intrapreso per seguire le orme del padre. Secondo alcuni riferimenti trovati nelle sue lettere, potrebbe essersi dedicato a questa attività anche durante i suoi studi per garantirsi l’autosufficienza economica. Se così fosse, questa attività, unita al percorso di studi effettuato e al possesso della cittadinanza romana, ci fa intuire che la sua famiglia appartenesse a un ceto agiato medio-alto.
La vita da persecutore
La sua prima comparsa nei testi biblici lo descrivono come un persecutore. Secondo le scritture, per mano di Paolo avvenne l’uccisione del primo martire cristiano, Stefano. Anche se non partecipò personalmente alla lapidazione, diede il comando per la sua uccisione.
Prima della conversione, Paolo ricopriva numerosi incarichi di particolare rilievo nelle alte sfere religiose ebraiche e strettamente connesse alla persecuzione dei cristiani. Il suo operato è testimoniato in numerosi Atti e lettere.
Sembra che la sua azione persecutoria fosse rivolta solo ai cristiani di cultura greca, come Stefano e Filippo, escludendo così i cristiani di cultura ebraica. Esistono poi delle incertezze sulla ferocia della persecuzione. Così come il voto alla condanna capitale che, secondo le scritture, si trattava di un semplice consenso e non di un’azione svolta da Paolo in prima persona.
Dopo una vita passata a combattere i cristiani, accade qualcosa che difficilmente si può ignorare. Paolo riceve la chiamata del Signore e capisce che è giunto il momento di cambiare radicalmente la missione della sua vita.
La conversione di San Paolo
La conversione di San Paolo di Tarso è una delle più emozionanti. Viene usata spesso durante il percorso di catechesi per spiegare ai bambini la grandezza della Grazia di Dio. L’evento viene descritto negli Atti degli Apostoli e viene accennato in modo implicito nelle lettere paoline.
Riportiamo di seguito il racconto che descrive l’avvenimento:
“Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.” (Atti 9,1-9)
Nella tradizione artistica, la caduta di Paolo viene rappresentata come una caduta da cavallo, anche se questo particolare non è presente in alcun racconto. Rimane comunque una condizione possibile dal momento che l’evento si verificò durante un viaggio.
La storia di un missionario
Dopo la folgorazione, San Paolo si recò a Damasco per ricevere il battesimo da giudeo-cristiano e riacquistando la vista. Iniziò subito il suo percorso di predicazione nelle sinagoghe, diffondendo il messaggio cristiano agli ebrei. Ben presto però la popolazione cercò di ucciderlo costringendolo a scappare con l’aiuto dei suoi discepoli.
Da Damasco si recò a Gerusalemme, dove fu accolto dai cristiani con una certa freddezza e timore a causa della sue azioni da persecutore intraprese proprio in questa città. Fu il giudeo-cristiano Barnaba a farsi suo garante e a dare inizio con Paolo a una collaborazione che durò per i successivi anni. Ma anche qui, poco dopo fu costretto a fuggire.
Si recò dunque a Tarso, la sua città natale. Non sappiamo molto dei suoi spostamenti ma sappiamo che dedicò la sua vita a diffondere il messaggio di Dio nella popolazione, guidando i fedeli nel cammino di fede.
Oggi la chiesa lo riconosce come uno dei suoi più grandi sapienti e il primo dei suoi predicatori.
La figura di San Paolo di Tarso è un grande esempio per tutti i cristiani. Sul nostro sito puoi trovare numerose rappresentazioni che lo raffigurano. Visita la pagina dedicata alle statue dei santi!