L’ultima cena è un dipinto murale di Leonardo da Vinci, realizzato tra il 1494 e il 1498. L’opera è stata creata all’interno del refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove ancora oggi è situata. Si tratta di un dipinto che rappresenta una delle scene più importanti della religione cristiana, l’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli.

In questo articolo vogliamo portarti alla scoperta del dipinto e raccontarti qualcosa in più su uno dei momenti più criptici della storia della nostra religione. Vuoi sapere chi erano gli apostoli presenti nell’ultima cena e qual è il significato nascosto dietro ogni singolo tratto? Allora continua a leggere!

La storia dell’Ultima Cena

Quando si parla del dipinto dell’Ultima Cena si fa riferimento a quello realizzato con tempere e olio su muro da Leonardo da Vinci. In realtà questo tema è stato affrontato più volte da numerosi artisti, soprattutto a Firenze durante il XV secolo. Nessun artista però ha mai cambiato l’iconografia e tutti rappresentano le stesse figure intente a svolgere più o meno le stesse azioni.

L’opera di Leonardo da Vinci è divenuta celebre poiché si concentra su un momento specifico della Cena, l’istante successivo alle parole di Gesù “Uno di voi mi tradirà“. Questo è il momento più drammatico della cena, gli apostoli iniziano a interrogarsi sul significato di queste parole, alcuni si confrontano tra loro, altri rimangono increduli e tutti si domandano chi potrà mai essere questa persona. Il dipinto si concentra sulle reazioni che le parole di Gesù provocano su tutti i partecipanti alla Cena. Ed è proprio questo che rende il quadro diverso da quelli rappresentati da altri artisti.

Chi sono gli apostoli presenti all’ultima cena?

La Cena si svolge all’interno di un’ampia sala rappresentata con un certo rigore prospettico, tipico nei quadri di Leonardo. Il punto di fuga coincide con il volto di Cristo e la centralità della sua figura è richiamata anche dal soffitto a cassettoni e dagli arazzi appesi alle pareti.

Nella scena compare Gesù, con le mani accanto al pane e al vino dell’Eucarestia. Sulla sua testa non è presente un’aureola per indicare la sua natura divina, ma possiamo scorgere dalle tre aperture sul fondo della sala il cielo luminoso che ricopre le colline. Come abbiamo anticipato, Gesù ha appena annunciato il tradimento di un apostolo, le sue parole si diffondono nella sala generando lo stupore, la disapprovazione e l’angoscia di tutti gli apostoli.

Gli apostoli iniziano a raggrupparsi e a confrontarsi tra loro, isolando la figura di Gesù al centro del tavolo. Vediamoli uno per uno, partendo da sinistra troviamo:

  1. San Bartolomeo, che si protende verso Gesù poggiando le mani sul tavolo e alzandosi in piedi dallo sgomento;
  2. San Giacomo il Minore, anche lui in piedi e con il volto segnato dallo stupore;
  3. Sant’Andrea che, insieme ai primi due apostoli, si è alzato in piedi incredulo;
  4. Giuda Iscariota, con uno scatto nervoso si gira a guardare Gesù e appoggia il gomito destro sul tavolo. Sulla mano destra tiene un sacchetto con delle monete mentre con la sinistra prende un pezzo di pane. Questo è il gesto comunicato da Gesù per rivelare il traditore.
  5. San Pietro, brandisce con la mano destra un coltello (che lascia presagire il ferimento del soldato durante la cattura di Gesù) e si accosta all’apostolo al suo fianco;
  6. San Giovanni Evangelista è chino verso San Pietro e ascolta la richiesta che gli viene sussurrata all’orecchio;
  7. San Giacomo il Maggiore con il volto inorridito e le braccia spalancate sembra contenere la reazione dei due apostoli al suo fianco;
  8. San Filippo, con un’espressione di stupore si contiene dietro le spalle di San Giacomo il Maggiore;
  9. San Tommaso, alza il dito con toni interrogativi ad indicare il dito che l’apostolo vorrà infilare nelle piaghe di Gesù dopo la sua resurrezione per accertarsi della reale presenza del Cristo davanti ai suoi occhi;
  10. San Matteo insieme a San Giuda Taddeo e San Simone lo Zelota (l’undicesimo e il dodicesimo apostolo), compongono l’ultimo gruppo di apostoli. Discutono tra loro e cercano di calmare gli animi dopo le parole pronunciate da Gesù.

Il significato del Cenacolo

Il Cenacolo non è solo un capolavoro d’arte ma una vera testimonianza di fede, ricco di elementi e riferimenti sacri che gli conferiscono un fascino ancora più profondo. A iniziare dal fatto che è stato realizzato in un refettorio, proprio il luogo in cui ai tempi di Gesù la comunità consacrata si riuniva per mangiare.

Per realizzare la composizione della figura di Gesù Cristo Leonardo ha usato tre fonti iconografiche:

  1. L’immagine del Legislator molto comune nell’arte paleocristiana e medievale: in cui Gesù allarga le braccia per trasmettere il libro del suo Vangelo ai credenti. Infatti, tra i temi discussi alla cena, c’erano infatti quelli del “regno” e della “nuova legge” dell’Amore.
  2. L’immagine bizantina del Pantokrator, il re giudice ed eterno sacerdote vestito del cielo e della terra, con le braccia aperte per accogliere o respingere in virtù del mistero della passione.
  3. Infine, l’immagine del Vir dolorum con la testa inclinata in segno di tristezza o di morte e le braccia estese. Questa postura ricorda le rappresentazioni di Gesù è deposto dalla croce e mostra evidenti piaghe sul proprio Corpo.

Perché regalare una rappresentazione dell’Ultima Cena?

Il Cenacolo è un dipinto che riesce a raccogliere numerosi simboli e riferimenti che caratterizzano la scena estremamente importante. Ecco perché è un soggetto che viene scelto come regalo prezioso per diverse ricorrenze.

Regalare un quadro con l’Ultima Cena è un modo per ricordare il significato della fede cristiana. La devozione degli apostoli che hanno seguito Gesù fino alla fine, che hanno creduto in lui e che hanno diffuso la sua parola nel mondo mettendo le basi per la nostra fede.

È il regalo perfetto per una coppia di giovani sposi, ma anche in occasione di un sacramento come la Comunione o la Cresima.

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