Nella tradizione di Natale i Re Magi sono figure affascinanti che consegnano i primi doni a Gesù Bambino. I doni sono l’oro, l’incenso e la mirra e dietro ad ognuno si cela un significato molto importante. Oggi vogliamo parlarti di questi doni particolari e di cosa rappresentano.

I Re Magi, protagonisti di storie e leggende

I Re Magi sono i protagonisti di storie e leggende, unite al folklore popolare, ad eventi storici, alle tradizioni e alla religione. Nel nostro blog ti abbiamo parlato di queste tre figure particolari, della loro origine e dei loro nomi. Sappiamo che insieme affrontarono un lungo viaggio con l’unico scopo di rendere omaggio al “Re dei Giudei”, guidati dalla stella cometa, portando con loro dei doni davvero preziosi. Attraversarono insidie e affrontarono numerosi pericoli fino a raggiungere la capanna di Betlemme.

In alcuni casi la storia dei Re Magi si intreccia con quella della Befana, un altro personaggio indispensabile nell’immaginario natalizio. Secondo la tradizione, la Befana stava per unirsi ai tre viaggiatori ma, rimasta indietro, dedicò la sua vita a portare doni a tutti i bambini per compensare la sua mancanza del non essersi unita ai Re Magi nel loro lungo viaggio. In un articolo del nostro blog ti abbiamo spiegato anche come descrivere il significato dell’Epifania ai bambini.

Entrambe le figure hanno il compito di portare dei doni, ma solo quelli dei Re Magi racchiudono una simbologia molto profonda, il mistero della duplice natura di Gesù, Uomo e Dio.

Secondo alcuni l’oro è il simbolo della fede, l’incenso rappresenta la santità mentre la mirra indica la passione. Secondo altri invece l’oro rappresenta la carità, l’incenso simboleggia la fede e la mirra rappresenta la libera volontà.

L’oro: luce, sole, forza ed energia

Il dono di Melchiorre, il più anziano dei Re Magi è l’oro. Il nome stesso significa re e l’oro è il simbolo della regalità di Gesù. Non a caso l’oro è proprio il dono riservato a un re e per i Magi Gesù era il Re dei Re. Questo metallo prezioso viene associato alla luce, al sole, all’energia. Nei secoli è stato usato per glorificare i sovrani e gli dei.

Secondo la leggenda, Melchiorre offrì questo dono sotto forma di pomo d’oro, come simbolo della perfezione del mondo, e trenta denari. Quando Gesù tocco il pomo con le mani questo si ridusse in polvere a simboleggiare che lui era venuto a portare un mondo nuovo. I trenta denari invece sarebbero stati quelli che Abramo usò per acquistare il campo di sepoltura per sé e la sua famiglia ma non solo. Furono gli stessi offerti ai fratelli di Giuseppe quando lo vendettero come schiavo per poi, una volta raggiunto il Tempio di Gerusalemme, Melchiorre li avrebbe presi per farne dono a Gesù. La leggenda dei trenta denari prosegue anche con Maria che li perse durante la fuga in Egitto insieme ad altri doni. Un pastore malato li trovò lungo la strada che lo portava a Gerusalemme per farsi guarire da Gesù, nel mentre diventato uomo. Il pastore li offrì a Gesù come dono. Gli stessi trenta denari sono stati usati per pagare il tradimento di Giuda.

L’incenso: essenza di vita

Il dono di Gaspare, il più giovane dei tre, è l’incenso. Si tratta di una resina ricavata dalla corteccia delle piante diffuse nella penisola arabica e nell’Africa nord orientale. Questo particolare incenso viene chiamato anche olibano e viene usato fin dall’antichità per le cerimonie religiose e i rituali.

Il fumo prodotto dopo averlo bruciato viene considerato un’offerta gradita agli dei, utile anche per la meditazione e la purificazione. Oltre che per le cerimonie, l’incenso veniva impiegato anche per le sue proprietà disinfettanti e curative. Grazie alla sua carica antinfiammatoria, antimicotica e antiossidante, è considerato un elemento prezioso per la salute del corpo.

Con questo dono Gasparre desiderava onorare Gesù con qualcosa di prezioso e utile per preservare il corpo. Allo stesso tempo voleva riconoscere la natura Divina, con un dono che in genere veniva offerto in sacrificio agli dei e bruciato all’interno dei loro templi.

La mirra: sostanza preziosa, dalle mille proprietà

Il dono di Baldassarre, il Magio dalla pelle scura, è la mirra. Si tratta di una resina diversa rispetto all’incenso, originaria dalla Somalia e dall’Etiopia. Non a caso a portarla è proprio quello che tra i tre Magi ha tratti somatici che si riconducono alla gente del posto.

Ma perché si vuole rappresentare Baldassarre come un africano? Le ragioni sono molto complesse e si sviluppano nel tempo. Per prima cosa ognuno dei Re doveva rappresentare tre continenti e le tre razze umane, secondo quanto espresso in epoca medievale. Inoltre, questi personaggi contribuirono a diffondere una nuova visione degli africani nei popoli europei, abituati ad associare il colore della pelle a creature demoniache. In questo modo si è cercato di allontanare questa concezione dalla mente delle persone, accostando la figura dell’africano a quella di uno dei Re Magi.

Quello che ci interessa però è il significato del dono di Baldassarre, la mirra. Con il suo profumo straordinario, veniva usata per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche, mescolata in oli e balsami.

La mirra simboleggia l’umanità di Gesù e questo perché solitamente veniva usata nel culto dei morti. Fin dall’antico Egitto si usava nel processo di imbalsamazione come simbolo di vittoria della vita sulla morte. Nella Passione di Cristo la mirra viene mescolata con altre sostanze per alleggerire le sofferenze di Gesù.

Con questi doni, i Re Magi hanno regalato a Gesù Bambino una spezia e due incensi, tutti materiali preziosi e legati alla vita spirituale, al culto religioso e dei defunti, ma anche alla cura del corpo e al trionfo della vita.