Sono tanti gli aspetti storici e simbolici legati alle icone sacre. Si tratta spesso di significati profondi che vengono compresi a fatica dai fedeli. Per guidarti verso la loro conoscenza, oggi vogliamo fornirti una spiegazione semplice e chiara sulle tradizioni e sulle origini delle icone sacre.

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Le origini del termine icona sacra

Il termine icona deriva dal greco e significa immagine. Oggi viene usato molto comunemente anche per riferirsi a immagini digitali, semplici da capire e intuitive. Ancora adesso viene utilizzato per indicare le immagini sacre nell’arte bizantina, in particolare in quella russa, per riferirsi a una speciale pittura su tavola molto diversa da quella a muro.

La funzione dell’icona è essenziale per il cristiano. Rappresenta il significato e il valore dei segni del mistero che ci permetto di prendere coscienza sulla grandezza di Dio. È un modo per rendere reale e vedere con i propri occhi la parola del Signore che ascoltiamo e a cui ci affidiamo ogni giorno.

L’immagine si presenta come un punto di riferimento, sia attraverso i nostri occhi fisici che per gli occhi del nostro cuore. Immaginala come una finestra aperta sul mistero per entrare in piena comunione con Gesù, Maria e tutti i Santi.

La bellezza di questo evento si manifesta quando il fedele lo vive interiormente, nel più profondo del suo cuore.

La storia delle immagini sacre

La tradizione dell’icona nasce intorno al IV secolo, ovvero quando la chiesa orientale si trovava ancora in unione con la chiesa occidentale. Per questo motivo le icone sono un patrimonio irrinunciabile di tutta la cristianità, senza alcuna distinzione.

La pittura non è solo una bellissima forma d’arte, ma è anche un modo per vivere la propria fede in modo profondo e con una certa intensità. È un modo per avvicinarsi alla santità identificandosi con il soggetto dipinto: Gesù, la Vergine, i Santi.

Secondo la tradizione, le figure vengono ritratte in base ai canoni del antinaturalismo che nella teologia sottolineano la grandezza spirituale dei misteri, degli eventi e dei personaggi sacri. La visione artistica delle icone passa in secondo piano, quello che conta è Dio e il Mistero che viene raccontato tramite l’uso dell’arte.

In realtà, la nascita vera e propria delle icone si inserisce in contesto ampio che risale alla preistoria e agli uomini che sfruttano le immagini per stabilire un contatto con le divinità. Lo scopo era quello di rendere reale la visione di quanto raffigurato e sentire più vicino la divinità prediletta.

Cos’è l’icona sacra per la Chiesa?

Per la chiesa, l’icona è un sacramentale che manifesta la sostanza divina. Questo concetto equivale a dire che Dio è presente in ogni luogo ed è possibile incontrarlo ovunque. Nel Concilio di Nicea del 787, viene definita la reale natura delle icone affermando che in quest’arte è presente l’Incarnazione del Figlio di Dio e per questo è possibile unire la natura umana a quella divina, così come sottolinea anche San Giovanni Damasceno.

Nel Concilio di Efeso invece, l’icona viene rappresentata come un “tempio”, ovvero un luogo in cui colui che viene raffigurato è anche presente. Nella raffigurazione, Dio si avvicina a noi e ci ricorda che anche noi umani siamo un’icona di Dio, poichè il nostro destino è quello di diventare come Lui.

Abbiamo detto dunque che l’icona è intesa come segno sacramentale. Le figure sacre sono entrate a fare parte della simbologia liturgica poichè evocano una presenza divina. Anche se tradizionalmente ha sviluppato una collocazione all’interno delle case, ad esempio per arredare e dedicare un luogo della casa alla preghiera, vediamo comparire le figure dei Santi anche nelle strade, per ricordare la celebrazione di un mistero.

Non a caso, anche nella cultura bizantina il termine icona viene usato per riferirsi alle immagini sacre portatili, ad esempio a mosaico, dipinte su legno oppure su tela, ed impreziosite con dettagli in oro e argento.

Una tradizione cristiana mondiale

La Palestina, la Siria, l’Egitto, Bisanzio e la Russia, furono i più importanti centri di produzione iconografica. In queste aree le icone divennero un elemento caratteristico dell’arte e della fede fino al XVIII secolo. Le rappresentazioni sacre furono per lo più esportate in occidente, soprattutto a Roma, dove divennero oggetti di culto e di venerazione. Così come afferma il Concilio d’Oriente “l’icona, immagine densa di una Presenza, lo annuncia coi colori e lo rende presente”.

Grazie alla preghiera, alla meditazione e all’esercizio quotidiano di virtù come l’obbedienza, il digiuno, l’umiltà, è possibile entrare in perfetta sintonia con Dio. Infatti, una delle funzioni dell’icona sacra è stata quella di catechizzare il popolo sui misteri della vita di fede tramite le immagini. Questo strumento era più forte delle parole anche perchè nel medioevo erano pochi a saper leggere. Le immagini invece potevano raggiungere il cuore di tutti i fedeli senza alcuna distinzione.

Allora le icone, insieme alla musica sacra e alle liturgie si trasformarono nel modo più efficace per spiegare al popolo i contenuti della teologia cristiana medioevale.

L’arte dell’icona sacra in Russia

L’arte iconografica si sviluppa in Russia a partire da Costantinopoli, tanto che tra il X e il XI secolo a Kiev erano già attivi i primi atelier greco-russi. L’icona diventa molto importante in Russia e si trasforma in uno strumento indispensabile per le preghiere dei fedeli. A causa delle invasioni dei Mongoli e alla caduta di Costantinopoli, l’arte iconica russa si slega dal mondo bizantino e diventa indipendente. In molti casi l’arte russa si rivela molto originale ed espressione di diverse maniere pittoriche elaborate nei centri artistici come ad esempio Kiev, Vladimir, Novgorod e Pskov.

Più in generale, il Quattrocento è considerato il secolo d’oro della pittura russa: dal Teofane al Cremlino di Mosca, ad Andrej Rublëv, portavoce di San Sergio di Radonež. Nei secoli successivi possiamo notare come i pittori russi hanno cercato di arricchire i temi iconografici bizantini di ulteriori dettagli oppure di scene secondarie, per avvicinarli ancor di più alla devozione popolare.

Madonna col Bambino in un'icona russa - Bogorodica Kazanskaya
Madonna col Bambino in un’icona russa – Bogorodica Kazanskaya

Nel Novecento, più precisamente nel 1904 con il restauro della Trinità di Rublev, abbiamo assistito a una riscoperta dell’importanza dell’icona. In questi anni le figure sacre diventarono una vera ossessione. Nel 1911, Henri Matisse nel corso del suo viaggio a Mosca, le definì come il «miglior patrimonio» dell’arte medievale e invitò gli artisti europei a «cercare i propri modelli nei pittori di icone piuttosto che nei maestri italiani».

Vladimir Tatlin e Natalia Goncarova iniziarono la loro carriera dipingendo icone. Nella collezione privata di Ostruchov, iniziata nel 1902, le opere della tradizione bizantina erano accostate a opere contemporanee. Anche l’arte di Kandinskij, come ha scritto Gilbert Dagron, può essere definita astratta poichè “ricusa le nozioni di natura e di oggetto a favore di un’altra visibilità” e “ha una parentela sicura con il tipo di rappresentazione iconica che l’ortodossia ha consacrato nella sfera religiosa, ma che l’artista moderno utilizza a fini differenti”. Ed infine, sappiamo che Andy Warhol si è ispirato all’icona russa nelle sue opere, imitando il metodo della ripetizione e l’adozione del multiplo.

Museo delle Icone: dove le possiamo ammirare?

La collezione europea più importante in assoluto di icone russe a partire dal XI al XX secolo si trova a Vicenza, nelle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari. Mentre invece, la più grande collezione esistente si compone di 77 icone epirote in Europa occidentale e si trova nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Villa Badessa in Abruzzo.

La tradizione delle icone sacre ha radici così profonde che nessun cristiano può resiste a tale fascino. Hai deciso di acquistare le figure sacre che rappresentano i Santi a cui sei più devoto? Sul nostro sito puoi trovarne una ricca selezione. Visita subito la pagina dedicata alle icone sacre!