Il Covid-19 ha cambiato per sempre la vita delle persone. Ci sembra lontano il giorno in cui al telegiornale si parlava di un brutto virus che colpiva la Cina. Tutti abbiamo pensato che non sarebbe mai potuto arrivare fino a noi e invece, in poco tempo ci siamo accorti che nessuno era escluso e che si trattava molto più di un semplice virus.

Davanti a questa grande emergenza sanitaria, la chiesa ha fornito il suo supporto, spirituale e materiale, soprattutto nei confronti dei più deboli e vulnerabili, richiamando la comunità a gesti di solidarietà senza eguali.

Il sostegno alla comunità

La chiesa è il luogo in cui i fedeli di tutto il mondo avrebbero voluto rifugiarsi per trovare la forza per affrontare un momento così difficile. Ma come ogni altro luogo pubblico, anche le chiese sono state chiuse impedendo così ai fedeli di trovare il conforto di cui avevano tanto bisogno. Dio è presente in tutte le cose, in ogni luogo e non ci ha mai abbandonato in questo periodo di grande sofferenza.

Non solo in Italia, ma in tutto il mondo, le diocesi e le congregazioni religiose hanno contribuito in modo materiale e spirituale in questo momento di grande emergenza. Da nord a sud, le messe con la partecipazione dei fedeli sono state vietate per un lungo periodo, oggi grazie al distanziamento e alle regole di sicurezza possiamo recarci in chiesa, ma durante la quarantena questo non era possibile. Ecco che le diocesi hanno aperto le strutture per ospitare persone e famiglie che non potevano vivere la quarantena all’interno della propria abitazione. La diocesi di Bergamo, una delle province più colpite, ha messo a disposizione infermieri e medici, le camere del seminario e così anche numerose altre diocesi italiane.

Le congregazioni che gestiscono case di cura e ospedali si sono messe a disposizione per supportare i malati di Covid-19. Molte suore hanno deciso di trasformare i conventi in sartorie per la produzione di mascherine, un prodotto indispensabile ma che per molte settimane era difficile da recuperare.

Come abbiamo detto però, l’impegno della chiesa non è stato, e non è tutt’ora, solo materiale. I preti si sono organizzati per trasmettere le messe online, su YouTube o con dirette Facebook, pregando per la comunità e dando il loro importante appoggio spirituale.

Le regole delle messe oggi

Dopo settimane di lock-down, finalmente abbiamo potuto riprendere le attività a cui eravamo abituati seppur con qualche timore e con le dovute cautele. Anche le chiese si sono dovute attrezzare e fare i conti con protocolli per l’ingresso dei fedeli, sanificazione, distanziamento e ogni parola di conforto verso i fedeli è tutt’ora seguita da un continuo ripetersi delle norme da seguire per fare in modo che presto tutto finisca.

Cosa si può fare oggi in chiesa?

Nonostante i tre colori attribuiti alle regioni in base alla gravità in cui si trovano, le chiese sono tra i pochi luoghi che rimangono aperti anche nelle zone più critiche.

Come prima cosa, si è reso indispensabile organizzare gli spazi e assicurare il corretto distanziamento ai fedeli che si recano in chiesa. In caso di ambienti capaci di ospitare più di 350 persone è necessario chiedere supporto a un tecnico abilitato che attesti la compatibilità tra la capienza e il distanziamento tra le persone. I posti devono essere ben contrassegnati così che i fedeli possano prendere parte alla messa in totale sicurezza. Questi posti devono essere distanziati, come da protocollo, nella misura di un metro frontale e laterale.

All’ingresso della chiesa dovrà essere affisso un manifesto con alcune indicazioni essenziali, in particolare:

  • Il numero massimo di partecipanti
  • Il divieto di ingresso a persone che presentano particolari sintomi, specificando quali e la normativa di riferimento
  • Il riepilogo delle norme da rispettare: accedere in chiesa rispettando le distanze con gli altri, igienizzare le mani, usare i dispositivi di protezione personale e indossare correttamente la mascherina (coprendo naso e bocca)

Inoltre, l’ingresso e l’uscita saranno gestiti in modo preciso. Ci sarà una porta dedicata all’ingresso e una dedicata all’uscita. Ogni chiesa dovrà fornire l’igienizzante all’ingresso, così come qualunque luogo pubblico.

Al termine della messa si dovrà procedere con l’igienizzazione del luogo e degli strumenti utilizzati per la celebrazione.

Cosa non si può fare in chiesa ancora oggi?

Per quanto siamo felici di poter andare in chiesa, ascoltare le parole del prete di persona ed essere circondati dal calore che solo la Casa del Signore ci sa dare, dobbiamo ancora rinunciare ad alcuni rituali e gesti che rendono ancora più speciale il nostro incontro con Dio.

Non è consentito l’uso delle acquasantiere, poiché potrebbero favorire la diffusione del virus tra i fedeli. Non è possibile scambiarsi il segno di pace e al termine della messa, i fedeli dovranno portare a casa il foglietto per la messa. Inoltre, non si possono distribuire sussidi cartacei per la liturgia o per il canto.

Come viene distribuita la Comunione?

Anche il momento dell’Eucarestia ha delle regole precise da seguire. Il celebrante dovrà tenere in mano la particola grande che dovrà essere consumata interamente da lui. Prima di distribuire la Comunione ai fedeli, è necessario igienizzare le mani con soluzioni idroalcoliche. Le particolare dovranno essere riposte sulle mani dei fedeli e sarà necessario evitare ogni contatto con le mani del fedele, che dovrà a sua volta igienizzare le mani prima di ricevere la Comunione.

Per quanto riguarda la distribuzione, dipende dalle dimensioni della Chiesa. Le soluzioni possibili sono due: i fedeli rimango al proprio posto e i ministri passano lateralmente per la consegna dell’Eucarestia; i fedeli si mettono in fila con una distanza di 1,5 metri e con indosso la mascherina che potrà essere abbassata dopo essersi allontanati dal prete.

Per ulteriori informazioni, ti suggeriamo di consultare la normativa in vigore presso la tua regione.

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