Il termine turibolo deriva dal latino thus, thuris che significa “incenso“. Per questo motivo i due termini vengono usati come sinonimi tanto che spesso il turibolo viene chiamato anche “incensiere“.
Si tratta di uno strumento che tutti noi conosciamo molto bene. Lo vediamo comparire nel corso delle celebrazioni per enfatizzare un momento solenne. Ma qual è nello specifico la sua funzione liturgica e cosa rappresenta? Scopriamolo insieme.
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Cos’è il turibolo?
Il turibolo altro non è che un recipiente di metallo, solitamente un vaso, con un coperchio caratterizzato da aperture dalle quali fuoriesce il fumo dell’incenso. All’interno del vaso, sopra un sottile strato di brace, viene posto l’incenso in grani. In questo modo il turibolo spande intorno un fumo profumato e aromatico che inebria i fedeli e rende ancora più caratteristica la funzione religiosa.
Questa prassi avviene durante le funzioni religiose cattoliche, anche se l’usanza di bruciare l’incenso, o altre particolari essenze profumate, è una caratteristica appartenuta da sempre alle cerimonie religiose. In molti altri culti e rituali troviamo oggetti molto simili al turibolo, e oggetti analoghi al turibolo e con la stessa funzione.
In origine i turiboli erano aperti e assomigliavano più a delle scatole. Solitamente venivano trasportati oppure appesi ma non era comune l’usanza di agitarli per lasciar fuoriuscire il fumo. Alcuni turiboli moderni possono essere fissi, detti anche brucia-incenso. Si tratta di piccoli bracieri aperti o dotati di coperchio forato che non possono essere agitati. Questa tipologia di incensiere è particolarmente in uso nella liturgia ambrosiana e orientale.
I turiboli usati nelle funzioni religiose occidentali sono invece dotati di quattro catenelle che ne rendono possibile la sospensione e l’ondulazione rituale con cui vengono agitati verso l’assemblea dei fedeli. Tre catenelle servono per sorreggere il turibolo, mentre invece la quarta serve per sollevare il coperchio e inserire l’incenso.
L’incensiere è sempre accompagnato da un recipiente più piccolo, chiamato navicella, che ha la funzione di custodire l’incenso di scorta da utilizzare nel corso della cerimonia. Il chierichetto addetto al turibolo porta la navicella nella mano sinistra, mentre con la mano destra sorregge l’incensiere.
Il gesto di bruciare l’incenso sui carboni presenti all’interno del turibolo è un simbolo che esalta la magnificenza e la potenza di Dio ma che al tempo stesso rappresenta la sua profonda umiltà.
Quando e come si usa?
Il turibolo è uno strumento utilizzato nei momenti più importanti della celebrazione eucaristica: all’inizio, prima della lettura del Vangelo, durante l’Offertorio e al momento della consacrazione.
L’incensiere viene usato solitamente durante le Santissime Messe Solenni per incensare, oltre ai fedeli, anche l’altare, il Crocifisso e il Cero Pasquale.
Il sacerdote usa il turibolo all’inzio della celebrazione per incensare anche il Vangelo e dare solennità alla Parola del Signore. Prosegue dunque verso l’offertorio, per purificare le offerte portate all’altare, come ad esempio il pane che diverrà Corpo e il vino che diverrà il Sangue di Cristo.
Al momento della Consacrazione, quello più importante della celebrazione poichè rappresenta il momento in cui Gesù è in mezzo a noi con il suo Corpo ed il suo Sangue, l’incaricato all’incensiere cosparge l’altare e la comunità di fedeli.
Dopo l’incensazione del Vangelo e nel corso della proclamazione, il chierichetto che si occupa del turibolo rimane affianco all’ambone, facendo salire e aumentare la “nuvola di fumo”. Dietro questo comportamento c’è un significato liturgico molto importante. Lo scopo è quello di dimostrare e rappresentare la divulgazione della Parola del Signore in tutti i posti e a tutte le persone della Terra.
Durante la Consacrazione invece, il chierichetto ha il compito di incensare per tre volte, con colpi di due per ogni volta, per primo il Corpo di Cristo e poi il Sangue di Cristo. In origine la tradizione liturgica era quella di incensare per tre volte a colpi da tre.
L’uso del turibolo non avviene sempre e solo durante le Celebrazioni Solenni. Il suo impiego è indispensabile anche durante alcune processioni importanti e durante le celebrazioni dei funerali.
Durante le esequie infatti, il sacerdote spande il fumo sulla bara contenente la salma per benedirla e purificarla. Allo stesso modo vengono incensate col turibolo anche le rappresentazioni della Vergine Maria e dei santi.
Modi per portare il turibolo dentro e fuori la cerimonia
In base al momento di utilizzo, l’incensiere si deve portare in due modi differenti. Quando ci si trova al di fuori della cerimonia, nel momento in cui l’incenso non è ancora stato amministrato e quando termina l’incensazione; durante la cerimonia, dopo aver amministrato l’incenso e si procede con le incensazioni.
Al di fuori della cerimonia il turibolo si porta con la mano sinistra, introducendo il mignolo nell’anello fisso del coperchio che sostiene le catenelle e il pollice nell’anello della catenella mobile che sostiene il coperchio per fare in modo che questo rimanga sollevato, agitando leggermente il turibolo con delicatezza. Con la destra invece si regge la navicella a pari altezza della mano sinistra e appoggiata al petto.
Nel corso della cerimonia invece, il turibolo si porta con la mano destra e la navicella con la sinistra. Le regole da seguire sono le stesse che occorre seguire al di fuori della cerimonia.
Come amministrare l’incenso
Il processo per amministrare l’incenso viene seguito con cura e grande rigore. Per prima cosa occorre consegnare la navicella al ministrante o al ministro. A questo punto si alza adeguatamente il coperchio sollevando l’anello mobile con il pollice destro. Si stringono dunque le catenelle alla sommità del coperchio mobile e si alza il turibolo davanti a chi amministra l’incenso mantenendolo con la sinistra, che regge il coperchio fisso, al petto. Dopo aver posizionato l’incenso, si abbassa il turibolo, staccando la sinistra dal petto, si abbassa il coperchio mobile lasciando scendere, con il pollice destro che regola la catenella mobile.
Se si deve consegnare ad un altro ministrante o ministro, si stringono con al destra le catenelle sotto il coperchio fisso e si consegna dritto, accogliendo la navicella con la sinistra. Quando invece si deve consegnare direttamente a chi deve incensare, si stringono i due anelli al di sopra del coperchio superiore con le dita della mano destra, e con le dita della sinistra si stringono le catenelle all’altezza del coperchio inferiore, per consegnarlo a chi deve incensare in modo che lo possa utilizzare subito.
Diversi modi per incensare
Esistono diversi modi per incensare. In genere il metodo più utilizzato si svolge con la mano sinistra sul petto si tiene il coperchio per l’anello. Con la mano destra invece, si impugnano le catenelle all’altezza del coperchio mobile chiuso sulla coppa e con la brace accesa e alzando la mano destra ad un’altezza corretta al di sotto del petto, ma staccata dalla persona. In questo modo le catenelle possono delineare una curva, chiamata “posizione di riposo”.
Per incensare, da questa posizione si alza il turibolo con la mano destra all’altezza del volto e poi si dirige una volta (nel caso del tiro semplice) o due volte (nel caso del tiro doppio) in modo repentino ma dolcemente verso la persona o l’oggetto da incensare.
Dopo ogni tiro il turibolo deve tornare alla sua posizione di riposo.
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