Pentecoste è un termine greco che significa “cinquantesimo giorno“. Si tratta di una festa cristiana che celebra l’effusione dello Spirito Santo e la nascita della Chiesa. La celebrazione cade in occasione del cinquantesimo giorno dopo Pasqua, di domenica, e proprio per questo anche la Pentecoste è una festa mobile.
Pentecoste è anche un antico nome greco che si riferisce alla festività ebraica di Shavuot, che rappresenta una festa di ringraziamento.
Scopriamo insieme cosa significa e cosa rappresenta la Pentecoste!
Indice degli argomenti:
L’Antico Testamento per la religione cristiana
Anche se gli ebrei e i cristiani considerano gli stessi libri sacri, rispettivamente Tanakh e l’Antico Testamento, nel corso dei secoli si sono allontanati rispetto alla lettura che ne hanno fatto. In questo modo anche l’uso e la celebrazione della festa di Pentecoste viene fatta in modo diverso dagli ebrei e dai cristiani.
L’uso del termine Pentecoste per gli ebrei si riferisce alla festa che nell’Antico Testamento è conosciuta come “festa della mietitura e delle primizie” (Es 23,16), “festa delle settimane” (Es 34,22; Dt 16,10; 2 Cr 8,13), “giorno delle primizie” (Nm 28,26). La Pentecoste è per tradizione la festa per l’inizio del raccolto.
La sua celebrazione avviene il cinquantesimo giorno dal “giorno dopo il sabato” di Pasqua, così come viene descritto nella Sacra Bibbia (Lv 23,11). L’interpretazione di questo passo è stato oggetto di numerose discussioni che si concentrano sul fatto che, al tempo di Gesù, esistevano due pareri riguardo al giorno in cui doveva cadere la festa.
La maggior parte dei dottori sosteneva che il sabato a cui si fa riferimento nel versetto 11 fosse il primo giorno degli Azzimi, il 15 di Nisan. Per contro invece, i Sadducei, e più tardi anche i Caraiti, ritenevano che ci si riferisse al sabato che cadeva durante i sette giorni degli Azzimi.
L’aspetto agricolo della Pentecoste
Nei tempi antichi, la stagione del raccolto iniziava con l’offerta di un covone d’orzo mentre invece l’offerta di un pane prodotto con il grano ne contrassegnava la fine. Il legame della Pentecoste con la festa agricola era molto forte, infatti la legge mosaica si rivolgeva essenzialmente a una popolazione agricola e si adattava alla perfezione ai suoi particolari bisogni e abitudini.
In un secondo momento inizia a delinearsi un significato completamente nuovo, mai apparso prima nelle Scritture, che veniva attribuito dagli ebrei alla festa. La Pentecoste si trasforma nella commemorazione della Legge sul monte Sinai e sostituiva la festività che ricordava il cinquantesimo giorno dell’uscita dall’Egitto.
Seguendo questa interpretazione, gli ebrei moderni trascorrono la vigilia della festa leggendo la Legge o altre Scritture appropriate. Nella diaspora la festa ha una durata di due giorni poiché si ricollega alla difficoltà con cui gli ebrei della diaspora riuscivano a definire il giorno esatto del mese in cui iniziava in Erez Israel (Talmud, Trattato Pesach, lii,1; Rosh hashsh, v,1).
Ricordiamo inoltre che durante il giorno di Pentecoste non era permesso il lavoro servile (Lv 23,21).
L’offerta sacrificale
L’offerta sacrificale era composta da due forme di pane lievitato fatto con due decimi di efa, oppure prodotto con la farina di grano nuovo (Lv 23,17; Es 24,22). Il rito prevedeva che il pane lievitato non potesse essere posto sopra l’altare (Lv 2,11) ma dovesse essere presente nel corso della celebrazione. Una forma di pane veniva data al Sommo sacerdote mentre l’altra veniva divisa tra i sacerdoti, che lo mangiavano dentro ai recinti sacri.
Come sacrificio di pace, venivano offerti inoltre anche due agnelli dell’anno, mentre invece per l’espiazione dei peccati veniva offerto un capro, insieme con l’olocausto di sette agnelli senza difetto, un vitello e due arieti (Lv 23,18-19). Il numero di vittime offerte in olocausto durante la festa è differente rispetto a quello citato in Nm 28,26-31. In ogni caso, gli ebrei moderni considerano i due regolamenti come supplementari.
Al di là dei riti e dei sacrifici, la festa era un’occasione per riunirsi in modo festoso con l’intera società. Così come viene raccontato nel Nuovo Testamento, proprio come accadeva per la Pasqua, un gran numero di ebrei che provenivano da molte parti del mondo, raggiungevano Gerusalemme per partecipare alla celebrazione.
La Pentecoste nella religione cristiana
All’interno del gruppo dei discepoli di Gesù Cristo la Pentecoste inizia a perdere il significato ebraico per assumere invece un senso più specifico, legato alla discesa dello Spirito Santo. In questo senso, viene inteso come la nuova legge donata da Dio ai suoi fedeli e che segna la nascita della Chiesa a partire dalla comunità di Gerusalemme.
Secondo quanto raccontato negli Atti 2,1-11, in occasione della festa di Pentecoste, mentre i discepoli di Gesù si trovavano tutti nello stesso luogo, sentirono un forte rumore e un vento impetuoso che invase la casa in cui si trovavano. I discepoli videro qualcosa che assomigliava a lingue di fuoco che si separavano e andavano a poggiarsi sul capo di ciascuno di loro. Tutti i presenti furono invasi dallo Spirito Santo e iniziarono a parlare in altre lingue prima di allora sconosciute.
A seguire, lo Spirito Santo è disceso poi sugli stranieri non circoncisi che si trovavano nella dimora del centurione Cornelio e ascoltavano il Verbo, prima di essere battezzati nel nome di Dio.
Nel discorso tenuto nella casa di Cornelio, Pietro afferma che Gesù Cristo è il mediatore della pace e del perdono che ci sono stati rivelati durante la sua missione terrena. Solamente dopo la sua resurrezione, si rivela anche in quanto giudice naturale e universale. Proprio come il giudizio del Signore, anche la mediazione di pace e perdono è per tutti. Mentre Pietro pronunciava queste parole, lo Spirito Santo discese su tutti quelli che ascoltavano la Parola, donandosi sia agli stranieri che iniziarono a parlare della Gloria di Dio, e sia agli Ebrei convertiti che riuscivano a comprendere le loro lingue.
La festa di Pentecoste: qual è la sua origine?
La celebrazione liturgica della Pentecoste risale al I secolo, anche se non ci sono prove certe che già a partire da tale data venisse osservata dai cristiani, a differenza della Pasqua.
Oggi la ricorrenza della Pentecoste è diventata un momento molto importante per la celebrazione cristiana ed è conosciuta anche come la Festa dello Spirito Santo che conclude tutte le festività del Tempo pasquale. La festa di Pentecoste si celebra di domenica non solo dalla chiesa cattolica, ma anche dalla chiesa ortodossa e dalle chiese protestanti.
Le usanze nei paesi del mondo
Una delle usanze più diffuse in Italia era quella di far piovere dall’alto sui fedeli, durante la messa di Pentecoste, dei petali di rose rosse, per evocare la discesa dello Spirito Santo sul capo dei discepoli. Per questo motivo la festa prese anche il nome di “Pasqua rosata”. Ancora oggi, in alcune zone del centro e del sud dell’Italia viene riproposta questa tradizione.
Il termine italiano Pasqua rossa deriva inoltre dal colore rosso dei paramenti sacri usati nel corso della celebrazione di Pentecoste.
In Francia l’usanza tipica è quella di suonare le trombe durante il culto, per ricordare il suono del potente vento che aveva accompagnato la discesa dello Spirito Santo. In Inghilterra la tradizione vuole degli intrattenimenti della folla di fedeli con le corse di cavalli. Nella Chiesa d’Oriente, durante i vespri di Pentecoste, si formò l’usanza del rito della genuflessione, accompagnato dalla lunga preghiera poetica e dai salmi. Infine, durante la festa di Pentecoste i russi sono soliti portare in mano fiori e rami verdi.
La Pentecoste è un momento solenne per la cristianità. Per condurre i fedeli in questa celebrazione è importante vestire con i colori previsti dal calendario liturgico. Il colore rosso, che ricorda lo Spirito Santo, è quello predominante. Sul nostro sito sono presenti i migliori paramenti liturgici: visita la pagina e scegli tra i migliori abiti sacerdotali!