Nell’Antico Testamento vediamo parlare di Dio come di una figura misericordiosa. La sua misericordia è rivolta a tutte le sue creature, anche e soprattutto quelle che lo deludono. In questa condizione di estrema misericordia verso tutti non può mancare l’altro lato della medaglia: la giustizia divina.
Nella sua severità, la giustizia divina compensa l’amore e la fiducia che Dio ripone in tutti noi. La sua pazienza è tanto grande quanto solo un Padre così buono può riuscire ad avere. Un Padre misericordioso che promette punizioni e castighi al figlio che sbaglia e tradisce la sua fiducia ma che nel profondo desidera solo che lo stesso figlio si penta, si renda conto dello sbaglio e torni nel suo abbraccio.
In questo nuovo articolo vogliamo parlarti delle tre parabole della misericordia. Scopriamole insieme!
Indice degli argomenti:
Un Padre Misericordioso
Questo è Dio, un Padre che ama in modo incondizionato i propri figli e che desidera vederli felici. Proprio come un padre che cerca di crescere i propri figli nel modo migliore, davanti a una mancanza propone una punizione. È un modo per portare il giovane a comprendere i propri errori e a tornare tra le braccia del padre. Allo stesso modo, Dio vuole portarci con sé e condurci verso la salvezza eterna. Il percorso è fatto di salite e discese, possiamo sbagliare ma lui è sempre pronto a perdonarci.
Il tema della misericordia viene trattato dall’evangelista Luca nel suo Vangelo. In particolare, racconta tre parabole che esprimono l’amore immenso di Dio per i suoi figli, il suo essere sempre pronto a perdonarli e ad accoglierli tra le sue braccia.
Le parabole di cui ti parleremo sono:
- La pecora smarrita
- La moneta perduta
- Il figliol prodigo
Si tratta delle parabole più celebri che ogni cristiano dovrebbe conoscere per capire chi è Dio e qual è il suo atteggiamento nei confronti delle sue creature.
La pecora smarrita (Luca 15, 1-7)
La parabola della pecora smarrita è rivolta ai detrattori di Gesù, coloro che criticavano le sue parole e il suo operato, soprattutto la sua misericordia nei confronti degli impuri e dei peccatori, ai quali dimostrava affetto e attenzioni nonostante tutto. Scribi e Farisei non riuscivano a capire perché accogliesse con così tanto amore anche chi lo avesse tradito, e tanto meno perché rivolgesse la sua Parola a coloro che erano considerati peccatori e condannati dalla rigida religione di quei tempi.
Non è complesso capire il significato di questa parabola. Il pastore dedica il suo tempo al suo gregge numeroso cercando di offrire protezione e sicurezza ad ogni pecora. Un giorno una pecora del suo gregge si perde e il pastore è costretto ad affrontare numerosi pericoli per ritrovarla. Analogamente, Dio sarà maggiormente felice per un peccatore pentito che sceglie di tornare nelle sue grazie, più che per coloro che non hanno mai abbandonato il suo abbraccio.
Qualcuno potrebbe pensare che non sia corretto abbandonare le sue novantanove pecore per andare a cercarne una sola. Ma Dio è un pastore molto attento e non riesce a stare tranquillo sino a quando tutte le sue pecore non sono al sicuro.
Dopo aver ritrovato la pecorella smarrita, il pastore non la bastona, ma la accoglie amorevolmente sulle spalle per percorrere la strada verso casa, felice e impaziente di dare la buona notizia agli amici. Allo stesso modo Dio è felice per ogni figlio perduto e ritrovato.
È importante ricordare che, al tempo di Gesù i pastori erano visti come dei reietti della società. Gesù si presenta come il Buon Pastore, estremamente devoto al proprio gregge, così amorevole verso le pecore, forte, coraggioso e pronto ad affrontare qualunque rischio per salvarle e proteggerle.
In questa parabola possiamo comprendere tutto lo spirito del Cristianesimo, la Misericordia e l’Amore incarnati da Gesù che possono prevalere sul male. Questi valori sono gli stessi che ogni cristiano dovrebbe utilizzare come modello di vita.
La moneta perduta (Luca 15, 1-10)
La parabola della moneta si rivolge, come quella della pecora smarrita, a coloro che non riuscivano a comprendere la volontà di Gesù di perdonare i peccatori. La parabola racconta la storia di una donna che possiede tante monete ma che nonostante tutto si ostina a cercare l’unica moneta perduta. Accende le candele, mette sottosopra la casa fino a quando non la trova. Davanti alla sua ricerca tutto perde di importanza, perché ai suoi occhi non vi è nulla di più prezioso che ritrovare quella piccola monetina smarrita. E quando finalmente riesce a trovarla fa una grande festa in compagnia delle sue amiche.
Proprio come per la donna ogni moneta è preziosa, al di là di quante ne possiede: ciascuna rappresenta un tesoro inestimabile. Lo stesso è per Dio. Ogni uomo ha un valore indispensabile e pur di salvarlo è disposto a mettere da parte tutto il resto, anche se si tratta di un traditore o un peccatore. Anzi, proprio per questo si impegnerà ancora di più per ricondurlo verso di sé, verso la propria casa.
Il figliol prodigo (Luca 15, 11-32)
Infine, la terza parabola della misericordia raccontata nel Vangelo di Luca, ripropone il concetto di Dio che prova sempre a ritrovare chi si è smarrito. Lo accoglie nella sua Grazia ed esprime il suo amore infinito per il suo popolo. Anche se Dio viene rappresentato sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento come un Padre misericordioso, la parabola del figliol prodigo ci permette di capire in modo tangibile la grandezza della sua misericordia.
In questa parabola, si racconta la storia di due fratelli molto diversi da loro che rappresentano i peccatori e i giusti. Il padre protagonista ama entrambi i suoi figli, sia quello giudizioso che lavora sodo e non lo abbandona, e sia quello irresponsabile che pretende la propria eredità, sperperandola in vizi e divertimenti. Ai suoi occhi hanno lo stesso valore. In qualche modo pero, il figlio che si è perduto e che ha peccato, ha un valore superiore e, una volta tornato a casa dopo il suo pentimento, è motivo di gioia e festa. Ma come sappiamo, non esistono preferenze tra i propri figli e non devono esistere rivalità tra fratelli. Agli occhi di Dio Padre siamo tutti uguali, nonostante i nostri sbagli.
Nella parabola, il figlio maggiore, che lavora ogni giorno duramente, è perduto tanto quanto il fratello minore, poiché il suo cuore si è indurito così come la sua capacità di provare amore. Per questo motivo si mostra risentito quando vede il padre accogliere il fratello con amore e gioia.
Questo è il rischio che corriamo anche noi fedeli, quando pensiamo di essere tra i giusti e crediamo di poter giudicare gli altri. Non possiamo essere giudici anche se crediamo di esserlo e perdiamo la capacità di perdonare, e non comprendiamo il perché Dio agisca diversamente dalla nostra decisione. L’Amore e il Perdono per un fedele dovrebbero essere le regole più importanti, quelle in nome delle quali è doveroso trascendere qualsiasi altra regola, qualsiasi altra legge. Gesù ha sacrificato la sua vita per noi e il nostro compito è quello di prendere esempio da lui e imparare a essere misericordiosi. Questa è la lezione più importante che un cristiano deve mettere in pratica.
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