I dieci comandamenti sono Leggi scritte su due tavole di pietra che furono donate a Mosè da Yahmeh sul monte Sinai. Secondo la tradizione, le tavole sono state scritte da Dio anche se esiste un’altra tradizione biblica che attribuisce la scrittura allo stesso Mosè.
Si tratta di un punto fondamentale dell’Antico Testamento sia per l’Ebraismo, che ogni anno festeggia l’evento in cui sono state consegnate le “10 parole” in occasione della Pentecoste (festa di Shavuot), sia per il Cristianesimo.
Ma quali sono i dieci comandamenti? Qual è il loro significato? E come sono arrivati fino ai giorni nostri? Continua a leggere!
Qual è il significato dei dieci comandamenti?
I dieci comandamenti vengono insegnati ai giovani fedeli all’inizio del percorso di catechesi. In questo modo ogni fedele cresce sapendo quali sono le Leggi sacre stabilite da Dio e impara a farle sue e a rispettarle. Facciamo un breve ripasso:
- Non avrai altro Dio fuori di me.
- Non nominare il nome di Dio invano.
- Ricordati di santificare le feste.
- Onora il padre e la madre.
- Non uccidere.
- Non commettere adulterio.
- Non rubare.
- Non dire falsa testimonianza.
- Non desiderare la donna d’altri.
- Non desiderare la roba d’altri.
Il primo comandamento recita: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Dio è unico e non ne esistono altri. Questo è un forte richiamo alle religioni politeiste che credevano all’esistenza di altre divinità ma oggi possiamo paragonare questa adorazione nei confronti del successo e del denaro che per molti vale più di ogni altro credo.
Il secondo comandamento dice: “Non nominare il nome di Dio invano”. Ad eccezione di validi motivi per i quali un fedele ha bisogno di rivolgersi a Lui, il nome di Dio non può essere pronunciato.
Il terzo comandamento recita: “Ricordati di santificare le feste”. Non possiamo sempre e solo lavorare, è lo stesso Dio a ricordarcelo. Il sabato, la domenica, le festività vanno tutte santificate. Per festa Dio intende la preghiera, la meditazione e l’ascolto della sua parola.
Il quarto comandamento ci dice: “Onora il padre e la madre”. I figli devono sempre rispettare i propri genitori che si sono occupati di lui fin dalla sua nascita, gli hanno donato la vita. Soprattutto una volta giunta la vecchiaia o nel momento del bisogno, il figlio ha il dovere di prendersi cura di loro.
Il quinto comandamento recita: “Non uccidere”. Questa Legge vuole significare che solo Dio ha il diritto di mettere alla luce una nuova vita o di farla morire. Oggi non dovrebbe essere più necessario ricordare questo comandamento, ma ai tempi esistevano sacerdoti, generali, profeti e re con il potere di ordinare la morte di qualcuno solo perché avevano trasgredito la loro legge.
Il sesto comandamento ci ricorda di: “Non commettere atti impuri”. Si riferisce in particolare all’adulterio e quindi agli atteggiamenti che portano alcune persone ad avere rapporti sessuali al di fuori della propria moglie o del proprio marito. Per Dio l’adulterio è il più grave dei comportamenti poiché si tradisce l’amore, la fedeltà, il rispetto e si va a contaminare la purezza dell’intimità del loro rapporto.
Il settimo comandamento dice: “Non rubare”. Un tempo rubare era un modo per procurarsi cibo o altre tipologie di beni, ed è così ancora oggi. Per la legge divina, l’uomo deve avere un lavoro onesto perché rubare è sempre un’azione sbagliata che danneggia i nostri fratelli. Se ci si trova in difficoltà è essenziale chiedere aiuto.
L’ottavo comandamento recita: “Non dire falsa testimonianza”. Per Dio dire le bugie è un fatto molto grave. È importante imparare a vivere con il coraggio di testimoniare la verità e costruire rapporti basati sulla lealtà senza inganni.
Il nono comandamento dice: “Non desiderare la donna/l’uomo d’altri”. Questo comandamento è molto simile al sesto, ma vuole sottolineare l’importanza del matrimonio, l’impegno preso dai due coniugi a costruire una famiglia lasciando al di fuori possibile distrazioni.
Infine, il decimo comandamento ci ricorda di: “Non desiderare la roba d’altri”. Provare invidia per le cose possedute da altri e che si vorrebbe possedere finché non si ottengo, rischia di diventare lo scopo della propria vita. Il denaro, l’intelligenza, i beni materiali, le doti, sono diversi per ogni uomo e sono stati assegnati per essere amministrati nel modo giusto, mettendoli al servizio di tutti per il bene del prossimo e non per scatenare sentimenti di invidia ed egoismo.
Cos’è cambiato dalle Leggi originali?
Anche se Gesù ha imposto ai fedeli di rispettare le Sacre Leggi e che coloro che non le rispettano saranno gli ultimi nel Regno dei Cieli, quelli che vengono insegnati durante il catechismo non sono i comandamenti presenti nella Bibbia.
I dieci comandamenti che tutti conosciamo fin da piccoli, sono tratti dal Catechismo della Chiesa Cattolica che risale alle prime edizioni del XVI secolo. In realtà Gesù osserva quelli risalenti al 1200 a.C. inseriti nella Bibbia che Mosè ha ricevuto in dono sul monte Sinai. Quali sono quelli presenti nella Sacra Bibbia (Esodo 20:2-17)?
- Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me.
- Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
- Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
- Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo – il sabato – è giorno di riposo consacrato al Signore Dio tuo.
- Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà.
- Non uccidere.
- Non commettere adulterio/atti impuri.
- Non rubare.
- Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
- Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”.
Come potrai notare, esistono delle differenze rispetto ai comandamenti che conosciamo. Il motivo di queste differenze è legato alla “debraicizzazione” dei comandamenti. Al di là delle differenze sostanziali o delle modifiche nel linguaggio, queste Leggi ci aiutano a ricordare come si deve comportare un buon cristiano e ci permette di insegnare anche ai più piccoli quali sono i valori importanti della vita: avere fede, rispettare il prossimo ed essere sinceri.
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