Ogni fedele prima o poi si interroga sulla natura dei miracoli. In teologia la parola “miracolo” viene utilizzata per indicare un evento straordinario, che va al di sopra delle leggi naturali ed è frutto dell’operato di Dio. Più comunemente si usa questo termine per definire un evento eccezionale che lascia un senso di stupore e meraviglia.
Sui fatti considerati miracolosi nel corso dei secoli si è sviluppato un acceso dibattito tra chi sostiene la loro natura divina e chi invece preferisce l’approccio razionalista del fenomeno. Questi ultimi negano la veridicità secondo cui i miracoli siano eventi di natura soprannaturale.
Al di la del dibattito, oggi vogliamo scoprire più da vicino cosa sono i miracoli e cosa rappresentano per i cristiani. Sei curioso di scoprirlo? Allora continua a leggere!
Indice degli argomenti:
Le religioni e i miracoli
Il miracolo è un evento presente in tutte le religioni, dal Cristianesimo all’Islam. Per tutti i fedeli questi eventi rappresentano l’onnipotenza di Dio e vengono considerati come un modo per essere più vicini a Lui e alla sua volontà.
Nel Nuovo Testamento tutti i miracoli più importanti sono opera di Gesù e in genere sono accompagnati da un valore simbolico. In molti casi lo stesso Gesù si rifiuta di fare miracoli per attirare nuovi fedeli e seguaci. Uno dei casi più simbolici da ricordare riguarda la tentazione di Satana nel deserto il quale propone a Gesù di cambiare i sassi in pane per dimostrare la sua grandezza. Come sappiamo, Gesù rifiuta e dimostra la sua assoluta contrarietà all’utilizzo del miracolo come strumento per convincere le persone a seguirlo e riporre in lui la fede.
Anche dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si nasconde dalla gente che lo cercava poiché desiderava farlo diventare re. Oltre a questi esempi potrebbero essercene molti altri, così come sono numerose le volte in cui lo stesso Gesù chiedeva ai miracolati di rimanere in silenzio e non dire a nessuno dell’accaduto.
Alcuni miracoli invece son opera degli Apostoli e vengono attribuiti al potere che gli è stato concesso da Gesù. Questa forza gli ha permesso di testimoniare la loro fede e annunciare il regno di Dio.
Sempre nel Nuovo Testamento vediamo comparire la figura di Simone Mago il quale è in grado di compiere azioni straordinarie considerate dei veri e propri miracoli dai testimoni.
Nelle Scritture possiamo trovare quattro nomi diversi per definire i miracoli:
- Semeion, ovvero “segno”, si riferisce all’evidenza empirica di intervento o presenza divina.
- Terata, ovvero “miracoli”, per indicare portenti, eventi che causano stupore.
- Dynameis, ovvero “potenze”, opere che presuppongono una forza o un potere sovrumano e sovrannaturale.
- Erga, ovvero “opere”, per rappresentare le azioni dei santi oppure di Gesù e i suoi discepoli.
Le opere e i segni soprannaturali per la Chiesa Cattolica
Il miracolo viene inteso come un’opera di Dio anche se, come ben saprai, può avvenire spesso per intercessione dei santi. Per avviare la Canonizzazione del santo, la chiesa richiede che si siano verificati due distinti eventi miracolosi. Questi dovranno essersi verificati rigorosamente dopo la loro morte e devono potersi riferire esclusivamente all’intercessione di Gesù.
Per accertare la verità del miracolo, attualmente la chiesa applica la procedura definita nel 1983. Questa procedura si basa, nei casi di guarigione inspiegabile, su un’analisi accurata dei fatti da parte di una consulta medica nominata dalla Congregazione, formata da specialisti sia credenti sia non credenti. La consulta medica analizza se il caso in esame soddisfa i sette criteri definiti da papa Benedetto XIV, nel De servorum beatificatione et beatorum canonizatione (1734).
Il settimo e ultimo punto, quello più importante, dice che: “la guarigione deve dimostrarsi permanente, e ciò richiede un periodo d’osservazione notevole, convenzionalmente sui 20-25 anni.”
Se l’esito dell’analisi è positivo, si valuta se le circostanze dell’evento sono compatibili con un intervento divino. Per esempio, se la persona guarita miracolosamente stava pregando oppure si trovava in pellegrinaggio presso un santuario. In caso contrario la guarigione, anche se presenta tutte le caratteristiche oggettive per esser definita miracolosa, viene archiviata come remissione spontanea.
Eccezione fatta per i miracoli di Gesù contenuti nei Vangeli canonici, la chiesa non impone l’obbligo di credere a nessun miracolo.
I segni di Dio nell’Induismo
I miracoli sono la testimonianza della grandezza di Dio non solo nella religione cristiana ma anche in quella induista. Osservando i testi sacri propri dell’Induismo sono presenti numerosi esempi che mettono in luce la natura dei miracoli. Dalla comparsa di un ponte sull’oceano per permettere che gli eserciti di Rāma (una delle divinità induiste più importanti) lo attraversino, al salvataggio divino di Prahlada (un personaggio della mitologia induista) la cui vita era stata messa in pericolo in molti modi (fuoco, calpestamento ad opera di elefanti, e molto altro). Possiamo raccontare anche altri miracoli, come ad esempio la scomparsa del corpo fisico di Mīrābāī e Andal mentre si recavano al santuario di un tempio, oppure Krishna (nome del Dio Visnu) che risuscita dai morti Parikshit.
Anche in epoca recente si sono verificati alcuni miracoli da parte del Dio Ganesha (un Dio con le sembianze di elefante). Tra i più importanti ricordiamo quello del 21 settembre 1995, quando in diverse parti del mondo – dall’Asia alle comunità induiste europee ed americane – le statue della divinità avrebbero iniziato a bere latte, suscitando davvero tanto stupore.
I miracoli come testimonianza di Dio
Per secoli l’umanità si è posta questa domanda: cosa sono i miracoli?
Come ti abbiamo detto, per miracolo si fa riferimento per lo più alla guarigione spontanea di malattie classificate come incurabili. Ad esempio, una persona paralizzata che riprendere improvvisamente le funzioni dei propri arti, anche quando la medicina ha definito come incurabile la sua situazione fisica.
Avvicinandoti alla lettura del Vangelo, potrai notare con un po’ di stupore che Gesù non si mostra mai come un ‘miracolista’ o un guaritore. Infatti, come ti abbiamo anticipato, Gesù non ha mai usato il suo “potere” per impressionare e forzare la fede di chi lo incontra.
In questo periodo storico ricco di miracolismi e apparizioni può sembrare davvero strano questo atteggiamento. Pensa a quanti cristiani corrono alla ricerca disperata dell’ultima apparizione. Non è difficile incappare in finti santoni che si illudono di poter intercedere per Dio. Ricordiamo che il miracolo è inserito in un contesto di annuncio e manifesta la veridicità della parola di Gesù.
Ti sei mai chiesto perché Gesù al suo tempo ha guarito dei lebbrosi e risuscitato dei morti solo in minima parte rispetto a quelli presenti in Palestina? Questo è un discorso molto delicato e ambiguo, e solo i veri credenti possono comprendere la ragione alla base di questo atteggiamento. Gesù sa che la guarigione non è tutto e che al primo posto ci deve essere il benessere dell’anima. Solo così si può sperare nella salvezza eterna. Certo, sarebbe stato semplice per lui guarire tutti i malati per mostrarsi nella sua grandezza. La fede però è qualcosa che va oltre e che ti permette di avvicinarti a Dio senza doppi fini.
Ti incuriosisce questo argomento e vuoi saperne di più sui miracoli di Gesù? Il modo migliore è quello di leggere il Vangelo e lasciarti guidare dalle vicende della vita di Gesù!
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